Fossombrone, Palazzo Comunale (foto Prov. Pesaro Urbino - Assessorato al Turismo) Guida alla provincia di Pesaro-Urbino
La provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche, si affaccia sul mare Adriatico: è nota per le sue maioliche, i parchi, i castelli, l'arte e lo svago che fanno di quest'area un'ambita meta per il turismo balneare, "verde" ed enogastronomico.
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Costa pesareseFrequentare questa parte di Adriatico significa godere lo spettacolo di due dei pochissimi promontori dell'intero litorale, come il San Bartolo e l'Ardizio, calarsi in spiaggette isolate e tranquille oppure approdare a quelle di sabbia fine, più frequentate ma dall'atmosfera garbata. Da Gabicce a Marotta ci sono 40 km di spiagge per lo più soffici e sabbiose, servite da una catena alberghiera che ha saputo rinnovarsi e qualificarsi negli anni, da campeggi che si stendono tra Pesaro e Fano dove la spiaggia è ancora più ampia e dove le scogliere creano vere oasi di mare per i bambini, e da country house e agriturismi per chi ama vivere il mare partendo dal verde delle campagne. A nord, verso la Romagna, c’è la spiaggia più mondana, quella in cui rivive ancora oggi il mito della riviera anni ‘60: Gabicce Mare.

A Pesaro, alla foce del Foglia, su circa otto chilometri di fine arenile tra il Parco naturalistico del San Bartolo e l'Ardizio, si conduce una vita balneare più rilassata: l'ideale per le famiglie o per chi desidera riposarsi lontano dal frastuono o dal turismo di massa, senza però rinunciare allo svago e al divertimento. Tutta la zona mare infatti d’estate è animata da orchestrine, mercatini, manifestazioni enogastronomiche.

Fano ha due spiagge: il Lido, sabbioso, e la Sassonia, lunga e ghiaiosa fino alla foce del Metauro. Nel mezzo il pittoresco porto peschereccio, fitto di barche e promettente di odorose arrostite di pesce e brodetti alla marinara. Infine, a sud, gli ospitali centri balneari di Torrette e Marotta completano la "riviera di Pesaro e Urbino".Ovunque è possibile praticare la vela, il windsurf e il beachvolley, e per i bambini ci sono spazi appositamente allestiti.

ITINERARI ENOGASTRONOMICI

Pesaro e la cucina Rossiniana
Funghi, fegato d'oca, filetto di manzo, selvaggina, pollo, ostriche ma soprattutto tartufo sono gli ingredienti che hanno fatto grande anche in cucina Gioachino Rossini. Come sullo spartito, anche ai fornelli il grande compositore pesarese disegna argute e melodiose parabole: piatti poi adottati dalla sua città natale. Così i Tournedos alla Rossini che si ottengono facendo rosolare al burro filetto di manzo e guarnendo con fegato grasso e tartufo, o ancora la sfiziosa minestra di beccacce, o i gamberi che vengono abbinati alla cicoria alla moda di Rossini. Per il quale la cucina era un motivo da ascoltare con attenzione, uno spartito da leggere in religioso e musicale silenzio, come ci testimonia il nobile francese Fulbert Dumonteuil che nello scritto "Le macaroni de Rossini" descrive il maestro "...immobile, incantato, sorvegliando il piatto prediletto, ascoltandone il mormorio leggero, come se porgesse l'orecchio alle note armoniose della Divina commedia..."

L'arte della norcineria, il fascino della casciotta e la tagliata del Montefeltro
La Porchetta di Mombaroccio e i salumi del Beato Sante, che si possono trovare proprio lungo la strada che porta all'antico convento, introducono il primo entroterra pesarese che va famoso per la norcineria e l'arte della concia del maiale. Ma non solo. La vicina MSalumionteciccardo lavora prelibati formaggi pecorini stagionati, che si possono trovare da bravi artigiani appena fuori il paese. Scendendo dalle colline fino a Montelabbate si ha la possibilità di assaggiare le prelibate pesche, quindi, percorrendo la vicina Strada Statale Urbinate in direzione Carpegna, ci si inoltra nel Montefeltro, fino a Sassocorvaro. Attorno a questa rocca vive un goloso giacimento di sapori: la carne marchigiana, garantita, frollata con sapienza e di grande qualità perché proveniente dai pascoli del luogo, il pane lievitato naturalmente, che è prodotto anche a Mercatello sul Metauro, e molto altro.

Salami, salsicce secche, prosciutto e lonze inimitabili si trovano lungo la strada che da S. Domenico va a Casinina. Ricotta e formaggi freschi di straordinaria qualità sono nei pressi di Madonna del Mozzicone, ma vale la pena anche provare i pecorini della vicina Tavoleto, mentre prelibate carni d'agnello sono prodotte da artigiani nei pressi di S. Donato in Taviglione. Proseguendo sulla via principale del fondo valle, si raggiunge Lunano, dove in autunno si tiene la sagra della pregiata castagna, più avanti Belforte con il suo raffinato miele e il vasto giacimento di rari frutti: le ciliegie montane e selvatiche, le perine selvatiche nelle varie specie, lunghina, porcinella, rossina, volpina, e il sorbo. Quindi si è a un bivio: a sinistra si va a tartufi a S. Angelo in Vado nota per l'eccellente produzione di bianco pregiato e per lo "storico" vin santo, che si può degustare nelle cantine del centro del paese. A destra si sale a S. Sisto, patria delle avellane e dei funghi a questi ultimi è dedicata una mostra regionale in autunno.

Questo arcipelago di sapori ruota attorno a prodotti a denominazione di origine protetta come la Casciotta di Urbino, il delicato e suadente formaggio che Michelangelo Buonarroti si faceva mandare anche a Roma mentre, come narra la tradizione, era alle prese con la decorazione della cappella Sistina. La vicina Isola del Piano si segnala invece per la produzione di una vasta gamma di prodotti biologici, dalla pasta ai legumi, alla stessa carne.

Vernaccia, vino di visciole e farro dei faraoni
Percorrendo in direzione sud la Strada Statale che lambisce l'Adriatico, proprio sul lungomare di Marotta si trova l'avamposto dei buoni sapori della valle del Cesano: dolci tradizionali e pane di ottima qualità, oltre alle tradizionali botteghe della pasta fresca fatta a mano che ancora resistono al progresso gastronomico. Marotta, nell'ultima settimana di aprile, dedica una sagra ai garagoi di mare che qui vengono impreziositi con finocchio selvatico, menta e alloro. Farro

Avviandosi sulla strada Statale 424 Cesanense in direzione Pergola, dopo venticinque chilometri si trova S.Lorenzo in Campo, che è la capitale del farro, per capirlo basta recarsi in località Monterosso. Qui è stato riscoperto e brevettato (unico al mondo) il triticum dicoccum, ovvero il farro che i faraoni d'Egitto usavano già settemila anni prima di Cristo, portato nell'area mediterranea dai Romani i cui centurioni lo consumavano prima delle battaglie perché di buon auspicio. E del resto le sue qualità sono eloquenti: a basso contenuto calorico, ricco di calcio con fibre dieci volte superiori a quelle del grano duro e con proprietà antiossidanti.

L'abbinamento ideale? Quello con le vicine e famosissime cipolle di Suasa, dal gusto gentile e dolce. S.Lorenzo in Campo ospita anche la prima farroteca d'Italia dove poter degustare il farro in cento modi; nelle botteghe del centro è possibile trovare anche ottimo miele dalle pregiate qualità organolettiche, come quello al girasole ed erba medica, o quello biologico. Nei dintorni si producono pregiati legumi biologici, fagioli, ceci e cicerchia. Riprendendo poi la strada Cesanense, si arriva a Pergola. Qui si producono il piacevolissimo vino di visciole, dal gusto corposo, dolce ed armonico, ottimo da abbinare a dolci al cioccolato e al locale ciambellone, e la storica Vernaccia rossa locale: un raro vino dai profumi floreali intensi e dal retrogusto persistente di frutti di sottobosco. Risalendo la valle per altri 13 chilometri si approda a Serra S.Abbondio, nota per gli antichi mulini dove ancora viene lavorata una superiore farina di granoturco, mentre nella vicina Cantiano si produce il rinomato pane di Chiaserna.

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