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Par Tibi, Roma, Nihir Par Tibi, Roma, Nihir
36 gli artisti che dal 24 giugno al 18 settembre 2016 si confrontano con le monumentali rovine del colle Palatino, il cuore della Roma antica, nella mostra Par tibi, Roma, nihil curata da Raffaella Frascarelli da un’idea di Monique Veaute.

Par Tibi, Roma, Nihir36 gli artisti che dal 24 giugno al 18 settembre 2016 si confrontano con le monumentali rovine del colle Palatino, il cuore della Roma antica, nella mostra Par tibi, Roma, nihil curata da Raffaella Frascarelli da un’idea di Monique Veaute.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma che ha ideato il progetto congiuntamente con la Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura, in collaborazione con Nomas Foundation, la mostra offre l’occasione per aprire spazi chiusi da tempo al pubblico: lo Stadio Palatino e il peristilio inferiore della Domus Augustana, cui si aggiungono la terrazza e le Arcate Severiane e, per la prima volta
oggetto di un intervento artistico, l’area della Meta Sudans, tra l’Arco di
Costantino e il Colosseo.
L’esposizione si presenta come anteprima del Romaeuropa Festival-31a edizione. Con la direzione artistica di Fabrizio Grifasi, la rassegna da settembre a novembre porterà il progetto Patrimonio storico e creazione contemporanea con arti visive, teatro, musica e performance nei luoghi simbolo della Capitale.
“L’intervento contemporaneo è rivolto a noi, e inteso a stimolare in chi osserva la ricerca di un rapporto nuovo e intenso con un luogo così carico di storia, per romperne la dimensione fissa e immutabile – dice il soprintendente Francesco Prosperetti –. I luoghi più segreti del Palatino, simbolo del potere della Roma imperiale, e dunque in antico chiuso alle moltitudini, vengono così doppiamente restituiti: alla dimensione creativa della contemporaneità e, finalmente, ai visitatori che da troppo tempo non potevano goderne.”
A questa riflessione fa riferimento il titolo della mostra: Par tibi, Roma, nihil, ovvero Non c’è nulla di comparabile a te, o Roma, come esclamò il vescovo di Tours Hildebert de Lavardin, dinanzi alla vista delle rovine dell’Urbe nel suo viaggio del 1100 circa.
Spiega la curatrice: “Le opere della collezione Nomas dialogano con l’identità
di Roma, in bilico tra la suggestione dell’antico e le contraddizioni
socio-politiche generate dalla trasmissione e mutazione della sua immagine.
Al centro del dibattito critico l’appropriazione della memoria storica (spolia), la manipolazione ideologica delle masse operata dall’arte antica, la creazione di un mito del potere, la dittatura attiva della religio, la strutturazione di lex e ius, il paradosso globale e le contraddizioni dell’eredità culturale. Un viaggio di dissenso all’interno del mito di Roma, una rilettura anarchica dei dispositivi di stratificazione della storia, un’esperienza di self-education che induce lo sguardo a un ruolo attivo, dischiudendo prospettive aperte a un consumo culturale consapevole e critico.”
I visitatori troveranno una chiave di lettura all’antico e al contemporaneo grazie alla presenza di mediatori culturali lungo il percorso della mostra, i quali potranno soddisfare curiosità ed espressione critica.

Il catalogo, edito da Electa, oltre a raccogliere contributi critici, si presenta come una guida di agile consultazione per la lettura delle opere in mostra.
 

Prenotazione:Facoltativa
Luogo: Roma, Foro romano e Palatino
Indirizzo: Largo della Salara Vecchia, 5
CAP: 00184
Provincia: RM
Regione: Lazio
Telefono: 06699841 (tel. del sito archeologico) 0639967700
Fax: 066787689
Orario: dalle ore 8.30
E-mail: sandra.terranova@beniculturali.it
Sito web: http://archeoroma.beniculturali.it
 

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