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La trottola e il robot, tra Balla, Casorati e Capogrossi | |
La trottola e il robot mette a confronto due aspetti legati all’infanzia, quello che si traduce negli oggetti concreti, i giocattoli, e quello che rappresenta e interpreta il gioco infantile nelle arti figurative; a Pontedera fino al 22 aprile 2018. |
L’11 novembre 2017, al PALP Palazzo Pretorio di Pontedera, si inaugura la grande mostra La trottola e il robot. Tra Balla, Casorati e Capogrossi, curata da Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci e promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera, dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Pisa, in collaborazione con Sant’Anna e con il patrocinio della Regione Toscana e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La mostra, che proseguirà sino al 22 aprile 2018, nasce intorno ad una prestigiosa collezione di giocattoli d’epoca di proprietà del Comune di Roma, presentando insieme agli antichi balocchi circa 110 opere di artisti italiani attivi tra il 1860 e il 1980. La trottola e il robot mette a confronto due aspetti della creatività legati all’infanzia, quello che si traduce negli oggetti concreti, i giocattoli, creati un tempo dagli artigiani e poi dall’industria, e quello che rappresenta e interpreta il gioco infantile nelle arti figurative e plastiche italiane, dalla fine del XIX secolo alla seconda metà del XX. Si tratta di due universi separati, che solo di quando in quando hanno trovato modo di rispecchiarsi gli uni (i giocattoli) nelle altre (le opere d’arte) e il lungo racconto di figure ed oggetti che si snoda nelle sale espositive di Palazzo Pretorio, offre da differenti, dialettici o integrati punti di vista un osservatorio inedito e suggestivo sui mutamenti della società italiana nel corso dei decenni, sulle variazioni dei modelli pedagogici, di vita e di pensiero e sul rapporto spesso controverso fra il mondo degli adulti e quello – assai più misterioso – dei bambini. Le opere degli artisti italiani che hanno prediletto il tema dell’infanzia, dialogheranno in mostra, intorno ad alcuni temi chiave, con nuclei di oggetti ludici, scelti di volta in volta per la loro valenza sociale, didattica, ma anche più latamente simbolica e onirica; di questi saranno messi in evidenza il mutamento formale, l’avvicendarsi dei materiali in uso, il loro attingere ai mutamenti tecnologici in atto. Fra i temi significativi individuati nella sequenza espositiva, la casa coincide con la rappresentazione dello spazio interno, dell’intimità domestica nella quale si svolge la vita quotidiana dell’adulto e il gioco del bambino. Grandi modelli di casa di bambola, differenziati fra il modello alto borghese e quello più dimesso, bambole d’epoca, arredi in miniatura sono posti a confronto con le opere di Zandomeneghi, Balla, Casorati, Cambellotti, Francalancia, Campigli, Viani, Pirandello, Novelli con i giocattoli creati dagli artisti. Il rapporto del bambino con la vita degli adulti, oltreché nel gioco, si configura nei modelli dell’educazione infantile che per tradizione vi sono associati; gli artisti ritraggono volentieri i momenti di formazione del fanciullo, dall’apprendimento scolastico all’educazione al canto, alla musica, alla lettura. In sala opere di Mancini, Cambellotti, Lloyd, Levi, Capogrossi, Casorati, Mafai, Pirandello. Il gioco all’esterno predispone il bambino a una diversa percezione del mondo con una dilatazione degli orizzonti immaginativi nella quale rientrano la piena percezione di sé e del movimento, il tema del viaggio, dell’esotismo; alle pareti opere di Muzzioli, Corcos, Boccioni, Müller, Erba, Magri, Sartorio, Capogrossi, Gentilini. Il teatro e il circo protraggono lo stupore del gioco fino all’età adulta; le opere di Balla, Cambellotti, Depero, Casorati, Natali, Capogrossi, Levy s’ispirano a questo “doppio” fantastico del mondo che si rinnova sempre e si mettono a confronto con modellini teatrali, giostre per bambini e La mostra è corredata da un catalogo a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, con testi dei curatori, di Cristina Biagi, Giovanna Conti, Paolo Dario, Emma Marconcini, Gianfranco Staccioli e Claudia Terenzi (Bandecchi & Vivaldi). PALP Palazzo Pretorio Pontedera |
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