La luce vince l\'ombra La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe
Venti opere d’arte per proclamare il primato della luce sull’ombra, della legalità sull’illegalità, della cultura sull’ignoranza, per la prima volta in Italia in una villa confiscata alla camorra, recuperata come museo e intitolata a don Peppe Diana.
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La luce vince l'ombraFino al 21 ottobre sarà possibile ammirare opere di grande suggestione di mano d’artisti di grande tenore poetico. Si tratta di beni provenienti dalle collezioni degli Uffizi, del Museo di Capodimonte, della Reggia di Caserta e del Museo Campano di Capua, scelte per il loro significativo legame con il territorio che le accoglie: una selezione di estremo interesse mai esposta insieme, frutto del lavoro scientifico dei curatori che, come altri importanti partner nazionali, hanno sposato la sfida proposta da R_Rinascita: esporre per la prima volta in Italia opere del più importante museo nazionale in un bene confiscato alla camorra recuperato e reso fruibile.

Con questa mostra inizia una nuova storia, fondata su un patto di responsabilità sociale tra il mondo della cultura e della politica, tra grandi realtà imprenditoriali e associazioni culturali: Social Booster Partner: Gruppo Bassilichi - Gruppo Battistolli; Social Main Partner: Coop Italia - Unipol - Fondazione Unipolis; Building Partner: Banca Monte Paschi di Siena; Start Up Partner: Banca Popolare di Bari; Educational Partner: Soroptimist International d’Italia; Interpreises Partner: Camera di commercio di Caserta; Mobility Social Partner: Aletheia; Social Friendly Partner: Centro Commerciale Campania; Partner/sponsor: Associazione Amici degli Uffizi, Comitato don Peppe Diana. Da sottolineare che a sostenere il progetto di produzione di First Social Life, sono intervenuti il Centro Studi Sociali “Progetto San Francesco” contro le Mafie e il quotidiano Avvenire.

Nelle intenzioni degli organizzatori, la visita, la partecipazione e la condivisione di questa mostra e di questo progetto significano sostenere la rivoluzione che sta cambiando il presente e il futuro di una terra martoriata, accompagnati da un gruppo di 80 giovani, gli “Ambasciatori della Rinascita”, narratori eccezionali di una terra che vuole vincere Gomorra, scoprendo il bello ma anche il brutto, le vittorie e le sconfitte, testimoni di una comunità coraggiosa decisa ad affermare il primato della luce sull’ombra.

Da segnalare che la presenza dell'impalcatura all’esterno vuol essere l’evidente contributo alla riflessione sul senso dell’architettura di camorra: la pessima edilizia della speculazione post terremoto è stata una voce economica importante del territorio; adesso, coprendo, limitando, isolando l'architettura del disastro si vuole suggerire un'altra prospettiva sociologica. La stessa struttura, permanente, nei prossimi mesi sarà il telaio sul quale sarà apposta una copertura di pannelli di canapa intrecciata a mano, trait d'union con la tradizione manifatturiera e agricola del territorio.

La mostra

Curata dal Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, con Marta Onali, e dal Direttore del Polo Museale Regionale della Puglia, Fabrizio Vona, la mostra che si inaugurerà a Casal di Principe - con il progetto, il recupero del bene e l’allestimento di Raffaele Semonella e Giuseppe e Costantino Diana - è anche il diciottesimo appuntamento de “La città degli Uffizi”, collana d’esposizioni nata sette anni fa con l'intento di promuovere luoghi degni d'una più diffusa attenzione, in virtù dell'energia storico culturale di cui gode il primo museo italiano.

E l’edizione della “maturità” non poteva che tenersi in un luogo dove è massima l’esigenza di puntare potenti riflettori non solo mediatici su una terra antica e fiera, che la criminalità ha emarginato e addirittura bandito, un luogo che faticosamente si sta riscattando e con orgoglio risorge.

“Le opere, provenienti dagli Uffizi, da Capodimonte, dalla Reggia di Caserta e dal Museo Campano di Capua porteranno un vento diverso a Casal di Principe – ha detto Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - testimoniando l’importanza di una mostra che non è solo etica, bensì il segno di una rinascita. Basta pensare alla presenza in mostra del Concerto di Bartolomeo Manfredi, quasi completamente distrutto nell’attentato di via dei Georgofili nel 1993 e solo in pochi brani risarcito, e della videoinstallazione Una luce nuova. LAdorazione dei pastori di Gherardo delle Notti, che narra invece la storia di una tela gravemente lesa da quell’ordigno e parzialmente recuperata dalle mani abili dei restauratori. L’augurio che mi sento di fare ai giovani e a tutta la comunità di Casal di Principe, dunque, è quello di continuare a lavorare uniti nel segno della legalità e della ‘bellezza’, sfidando pessimismo e paure, e rivendicando con orgoglio l’appartenenza alla propria terra”.

“La luce che il titolo dell’esposizione evoca – ha detto Antonio Natali – è quella del Prologo di Giovanni, quella che splende nelle tenebre, è la luce del Verbo che s’incarna e che il mondo stenta ad accogliere. Ma nel nostro caso è anche la luce dell’etica e della civiltà. L’auspicio è che la Grazia e la Bellezza (che della Grazia è simbolo) siano di conforto a chi si batte affinché sia vinto e disperso tutto quanto si opponga al bene comune. Auspicio che s’accompagna alla speranza più viva che questa mostra non rimanga un episodio isolato, ma abbia un seguito d’altre imprese, capaci di sommuovere gli animi di coloro che ancora sono tiepidi e di generare una stagione luminosa, come il titolo dell’esposizione attuale invita a figurarsi”.

Rinascita, ovvero cultura e formazione

Anche se le opere in mostra abbracciano un periodo che va dal XVII al XX secolo (oltre a una scultura precristiana romana), grazie a “Gli Uffizi a Casal di Principe” si è dato il via a un vero e proprio Rinascimento di idee e di azioni che si pone come obiettivo la promozione di attività concrete nei territori interessati, coinvolgendo le più innovative e attive realtà locali.

Primo atto di questa operazione educativa su larga scala è stata la creazione di determinate condizioni di scambio, utili alla formazione sui mestieri della cultura, allo scopo di costituire un nucleo di operatori idonei, consapevoli e disponibili alla guida dei visitatori della mostra di Casal di Principe.

“In una terra apparentemente destinata alla resa, derubata dal rapporto malato di certa politica con la camorra, ove il solo possibile scambio tra chi governa e chi studia era di favore, progetti clientelari, malversazioni culturali che disponevano, per i tanti giovani disoccupati, al massimo un impiego temporaneo in un call center – ha affermato Alessandro de Lisi responsabile culturale di R_Rinascita - la risposta della cooperazione sociale, penso a Nuova Cucina Organizzata, e di certa impresa perbene hanno salvato l'anima di un'intera comunità operosa. Adesso occorre spingere al massimo, e questa coraggiosa manifestazione di cura per la gente perbene, da parte degli Uffizi e delle istituzioni democratiche coinvolte va in questo senso, spingere sull’implementazione di modelli di economia della conoscenza. Serve lavoro libero e bello, serve occuparsi della felicità del prossimo e dei giovani, oltre che del pane disperato della fame: serve far ripartire il bisogno di impresa e di libertà per vincere la camorra, per sempre”.

E così, condividendo intenti e azioni, gli Uffizi e il Comune campano hanno reso possibile la formazione degli Ambasciatori della Rinascita, 80 giovani del territorio, selezionati a Casal di Principe tra persone senza carichi penali o condanne, ma privi anche di legami diretti di parentela con criminali, camorristi in particolare, destinati ad accogliere i turisti in visita alla mostra e a narrare le eccellenze locali e le sfide vinte contro la camorra, i temi complessi della criminalità organizzata e delle economie mafiose, della storia delle vittorie dello Stato e della società civile. La loro formazione è iniziata nel maggio scorso, con il primo incontro agli Uffizi con il Direttore Natali che ha illustrato loro il significato della collana della ‘Città degli Uffizi’, parlato dell’attentato mafioso del 1993 che causò 5 vittime, 50 feriti e danni ingenti al museo, e dell’assunto scientifico della mostra di Casal di Principe.

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