Piazza dei moracoli Guida alla città di Pisa
Sicuramente una delle città più note nel mondo, grazie alla proverbiale "Torre pendente", Pisa possiede antiche tradizioni e splendidi monumenti, la Piazza dei Miracoli accoglie alcuni dei capolavori più noti dell'architettura italiana.
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STORIA

Le origini di Pisa rimangono ancora misteriose. Gli autori classici, da Plinio a Rutilio Namaziano, mettono in rapporto questo nome con quello della città greca omonima situata nell'Elide e sostengono quindi che la sua fondazione sia stata opera dei greci e più precisamente del re Pelope, oppure di Epeo costruttore del cavallo di Troia, oppure dei compagni di Nestore, profughi appunto da Troia. Questa teoria è stata collegata con una colonizzazione achea in Etruria e nel LazioLa Piazza dei Miracoli (XIII - XII secolo a.C.) nel quadro delle relazioni micenee con l'Italia.
Un'altra tradizione, che si rifà principalmente a Catone ed a Servio, lega le origini di Pisa ai Focesi o ai Teuti (teutanes) e posteriormente agli etruschi.
 Una terza (che va da Polibio a Livio) sostiene che il nucleo originario di Pisa fu fondato dai liguri. La presenza di insediamenti liguri risulta d'altra parte testimoniata da vari ritrovamenti effettuati nei dintorni di Pisa e specialmente lungo la base occidentale del Monte Pisano. Contatti commerciali dei Focesi col litorale tirrenico risultano pure numerosi e importanti.
La venuta degli Etruschi nella Val d'Arno e in particolare nella palude di Bientina, è pure attestata dagli scrittori classici e può essere comprovata dai reperti archeologici e dai toponimi a partire dalla metà del V secolo a.C.; agli Etruschi risalirebbe il nome Pisa, il cui significato sarebbe quello di "foce", ossia sbocco del fiume al mare.
Fin dall'antichità la posizione della città si rivelò determinante. Il porto era situato in una zona intermedia tra le odierne località di Livorno e Calambrone. Il litorale era molto più arretrato di oggi, fino a quasi la metà dell'attuale distanza di Pisa dal mare. Il mare si introduceva profondamente nell'entroterra, mediante un'ininterrotta serie di lagune e di paludi, fin quasi nei pressi dell'originario insediamento urbano.
La linea di separazione tra le acque salse e le acque palustri e fluviali doveva essere molto incerta e suscettibile di continue modifiche. Ciò spiega la tradizione dello sbarco di san Pietro nella località della odierna San Piero a Grado, situata a pochi chilometri dalla città, e spiega anche la formazione di molti nomi medievali che si richiamano alle paludi, come ad esempio Guazzolongo e Padulozzeri. Sebbene ancora non si sia ancora potuto stabilire con precisione il punto esatto in cui l'Ozzeri sboccava nell'Arno, gli studiosi sono concordi nel ritenere che la confluenza dei due corsi d'acqua fosse di essenziale importanza per la configurazione (a forma di rettangolo o di quadrato) dell'antico centro cittadino. La stessa configurazione appare anche nella "Carta di Bonanno" e nella "Pianta di Il Battistero di PisaPisa al tempo del gentilesimo", indubbiamente troppo tarde per la descrizione della Pisa medievale, poiché redatte in epoca posteriore al XIV secolo, ma certamente significative sotto molti aspetti.
Le testimonianze archeologiche per l'età romana e per l'alto medioevo hanno poi fornito ulteriori conferme di tale ubicazione.

LA TRADIZIONE MARINARA

Non è un caso che le più antiche notizie sulla città medievale siano quelle relative alla sua flotta. Già nel 397 d.C. il governatore d'Africa Gildone, ribellatosi a Roma, cercava navi nel porto pisano, dove più tardi faceva scalo Stilicone, che guidava la riscossa contro il ribelle. Durante la guerra gotico-bizantina i pisani sembrano aver fornito aiuti a Teodorico e, più tardi nel 603, ai Longobardi, sempre in funzione antibizantina. È papa Gregorio Magno che, minacciato da re Agilulfo, ricorda quei 'dromones' con cui navigavano i pisani e che egli invano aveva cercato di frenare nelle loro operazioni navali a danno dei bizantini.
La città dunque, che pure aveva risentito dei gravosi effetti della guerra gotico - bizantina, era tuttavia già in grado, pochi decenni più tardi, di armare una sua flotta e forse godeva già di una certa autonomia politica.

Tra il X e l'XI secolo le attività marittime acquistano un'importanza sempre maggiore e vengono a caratterizzare la posizione della città nei confronti degli altri centri dell'entroterra. Il nucleo degli abitanti della città-porto acquista una fisionomia propria che lo differenzia dai circonvicini, più rigidamente sottoposti ai grandi feudatari, come il marchese di Toscana. A capo della città si viene così ponendo un'associazione privata sempre più potente, che costituirà il nucleo originario del nascente comune.
Nell'XI secolo si ha tutto un succedersi di imprese audacissime dei pisani, compiute dapprima al fianco dei genovesi (come nella spedizione di Sardegna del 1016), dei normanni e di Bonifacio marchese di Toscana; più tardi ad opera delle sole forze di Pisa. Sono imprese che non soltanto attestano la vitalità e la potenza delle flotte pisane, ma denotano anche l'importanza dell'azione antisaracena svolta da Pisa insieme con le altre città marinare.
Le due maggiori imprese anteriori alla prima crociata sono la conquista della Sardegna (1015-1016) e la spedizione contro Tunisi (1087). L'una e l'altra consentirono l'avvio di nuovi e più redditizi scambi commerciali, pur rinfocolando l'antagonismo coi genovesi che nel commercio aveva appunto la sua prima causa.
Nel 1091-1092 il Papa Urbano II, in segno di riconoscimento dei meriti conseguiti dai pisani nella lotta contro gli infedeli, concedeva alla Chiesa di Pisa la dignità arcivescovile e la supremazia sui vescovi di Sardegna e Corsica. In questi stessi anni venivano poste le fondamenta della cattedrale e di alcuni dei più importanti edifici sacri. L'arcivescovo Daiberto interveniva al concilio di Clermont (1094), che proclamava la prima crociata, alla quale i pisani avrebbero partecipato per mare con la flotta e via terra mediante contingenti di milizie.
L'antica tradizione marinara della Repubblica Pisana rivive dal 1956, ogni 4 anni nella Regata Storica che vede le imbacazioni delle quattro antiche repubbliche (Pisa, Venezia, Genova ed Amalfi) sfidarsi sull'Arno; la gara è preceduta da un fastoso corteo di figuranti che porta da un capo all'altro dei lungarni la bionda bellezza di Chinzica de' Sigismondi sulla sua puledra bianca, la fierezza del duca di Amalfi nel suo costume d'oro, la maestosità del genovese Guglielmo Embriaco, detto testa di Maglio, nonchè la regalità serenissima del doge di Venezia e di Caterina Cornaro, regina di Cipro.
La regata si svolge in realtà ogni anno, ma a turno in una delle quattro città: l'edizione del 2005, in cui ricorre il cinquantenario della manifestazione, si terrà ad Amalfi (provincia di Salerno) il 5 giugno; Pisa ospiterà l'edizione del 2006. Parte integrante di questo spettacolo sono i lungarni, Giacomo Leopardi scriveva alla sorella: "Il lungarno di Pisa è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze, né a Milano, né a Roma: e veramente non so se in tutta Europa si trovino molte vedute di questa sorta".

DA VEDERE IN CITTA'

Ma la città offre altre bellezze: il Battistero che si erge di fronte alla facciata del Duomo è dedicato a San Giovanni Battista. L'edificio è a pianta perfettamente circolare, con un diametro di 107 metri; interamente ricoperto di marmo rispetta i classici schemi dell'architettura romanico-pisana. I lavori di costruzione iniziarono nel 1152 per terminare alla fine del XIV secolo. Vari architetti si susseguirono alla guida dei lavori di costruzione, senza mai stravolgere lo spiritoLa Torre di Pisa dell'opera che mantiene una perfetta armonia con il resto della piazza. Sempre affacciato sulla medesima piazza, detta "dei Miracoli", si trova il Camposanto Monumentale: una leggenda narra come ai primi del Duecento l'arcivescovo Ubaldo Lanfranchi abbia portato, al suo ritorno dalle crociate, un carico di terra della Palestina, affinchè i pisani potessero trovare sepoltura in quella stessa terra che aveva ricevuto le spoglie di Cristo. Questa terra venne chiusa in un recinto rettangolare a guisa di grandioso chiostro poi ampliato e terminato solo nel 1500: il Camposanto è lungo 130 metri e si affaccia sulla piazza con 43 arcate cieche.
L'intera facciata è rivestita in marmo bianco. L'interno è costituito da quattro gallerie che si affacciano sulla parte centrale scoperta tramite grandi arcate a tutto sesto; qui si trovano ancora le tombe di celebri pisani accanto a sarcofagi di epoca più remota. L'attenzione maggiore deve però essere data agli affreschi e alle sinopie che spesso, già danneggiati dal tempo e dalla guerra, sono stati trasferiti in aree adiacenti più sicure o nei musei cittadini.
A destra del Camposanto si erge la Cattedrale o Duomo: capolavoro assoluto dell'architettura romanico-pisana, la Cattedrale, dedicata a Maria Assunta, fu costruita a partire dal 1064 e consacrata da Papa Gelasio II nel 1118.
Successivamente venne modificata la pianta dell'edificio che assunse l'attuale forma a croce latina e venne aggiunta la facciata così che i lavori si conclusero solo alla fine del XIII secolo. La cattedrale è un enorme edificio, misura 100 metri di lunghezza per 72 metri di larghezza, interamente ricoperto di marmo. I tre portali bronzei vennero aggiunti nel '600.
Il panorama della piazza è completato dalla notissima Torre pendente, che altro non è che la torre campanaria della Cattedrale. La costruzione della torre iniziò nel 1173 e proseguì per circa 200 anni. Alta circa 56 metri, resa leggiadra dal succedersi delle arcate, la torre di Pisa rappresenta una delle massime vette dell'architettura romanico - pisana. Sappiamo oggi con certezza che la pendenza, la sua particolarità, che tanto ha contribuito a renderla così celebre, non fu progettata sin dall'inizio, ma causata dal progressivo cedimento del suolo. Non è certo il nome del progettista del campanile del Duomo, anche se vengono spesso citati Bonanno Pisano o Gerardo di Gerardo come possibili autori dei disegni originari.

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