Re:humanism Art Prize Timeline Shift Roma giugno Re:humanism Art Prize 4 "Timeline Shift"
Dal 19 giugno al 30 luglio la Fondazione Pastificio Cerere ospita Timeline Shift, quarta edizione del Re:humanism Art Prize che esplora le connessioni tra intelligenza artificiale e arte contemporanea con dieci finalisti internazionali.
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Curata da Daniela Cotimbo, l'esposizione presenta i lavori dei dieci finalisti selezionati attraverso l'open call lanciata lo scorso inverno, insieme all'opera vincitrice del Premio APA.

Inaugurazione il 18 giugno con performance di Franz Rosati

L'inaugurazione è prevista per mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 18.00, seguita alle ore 19.30 da una audio-visual performance di Franz Rosati nel cortile della Fondazione. Un opening che promette di essere un momento di grande interesse per il panorama artistico romano e internazionale.

Il concetto di Timeline Shift

Timeline Shift, letteralmente "spostamento della sequenza temporale", mette in discussione le logiche estrattive di dati e risorse che oggi guidano lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, aprendo la via a modelli tecnologici alternativi: più etici, sostenibili e inclusivi. I progetti in mostra affrontano in modo critico il concetto di tempo, superando la visione occidentale, lineare e produttivista, per proporne una rilettura plurale, sincronica e rituale.

Come dichiara la curatrice Daniela Cotimbo: "La quarta edizione di Re:humanism affronta un tema cruciale: il tempo, inteso come chiave per riscrivere i presupposti dello sviluppo tecnologico. L'Intelligenza Artificiale, fondata sul dato e sul calcolo statistico, tende a riprodurre un futuro prevedibile ed escludente. La mostra decostruisce questa concezione lineare e produttivista del tempo, radicata nella società occidentale, per aprirsi a visioni più soggettive e stratificate".

I vincitori del Main Prize

Nello spazio principale sono ospitati i Main Prize di questa edizione. Il primo premio è andato al collettivo Lo-Def Film Factory del duo Francois Knoetze e Amy Louise Wilson con Concept Drift, un ambiente immersivo e interattivo che intreccia videogioco, archivio visivo e narrazione postcoloniale. Attraverso modelli 3D generati da AI, collage materici, ambienti game-based e materiali d'archivio, il progetto costruisce un contro-archivio della cultura sudafricana.

Il secondo premio è stato assegnato a Isabel Merchante con One Day I Saw the Sunset Ten Thousand Times, una riflessione poetica sulla meccanizzazione della percezione e la riproducibilità digitale del naturale. L'artista riconfigura una macchina algoritmica, originariamente progettata per l'efficienza, in un'entità contemplativa che osserva esclusivamente tramonti.

Minne Atairu con Da Braidr si è aggiudicata il terzo posto, elaborando una "start-up concettuale" che utilizza l'AI per valorizzare l'economia micro-imprenditoriale della produzione di trecce afro, mentre decostruisce le retoriche promozionali dell'AI all'interno del discorso tecno-capitalista.

Gli altri finalisti in mostra

Tra gli altri finalisti nella sala grande troviamo cinque progetti di grande interesse. Federica Di Pietrantonio, già finalista nella precedente edizione, presenta Net Runner 01, un'installazione "indossabile" che sonda le modalità con cui gli ambienti virtuali plasmano le nostre percezioni in termini di identità, tempo e relazioni.

Amanda E. Metzger propone Ever, sia un'installazione multimediale che un sito web, un archivio generativo e decentralizzato di voci di diario create da un'AI addestrata sui suoi scritti personali collezionati tra il 2010 e 2023. I visitatori possono sdraiarsi su un tappeto bianco con cuscini per leggere le voci di diario proiettate sul soffitto.

Screen Tests di Esther Hunziker consiste in una serie di ritratti video AI generated che richiamano la fotografia di casting cinematografico e gli omonimi screen tests di Andy Warhol. Figure umane si fondono con entità pelose mentre glitch e deformazioni alterano la verosimiglianza.

AI-Ludd del collettivo IOCOSE è una video installazione che mette in scena un'AI fittizia, addestrata a pensare e agire da luddista. Con taglio ironico e paradossale, l'opera sovverte le narrazioni ottimistiche sull'AI come strumento di efficienza.

Cloud Scripts di Kian Peng Ong è un'installazione che interpreta i Cloud Seals taoisti come forma asemica di comunicazione con il mondo spirituale, generando talismani attraverso un modello di AI addestrato su un corpus di sigilli.

Le opere nello spazio sotterraneo

Nello spazio Molini, nel sotterraneo, sono posizionate altre due opere significative. The Pit di Daniel Shanken è un'installazione immersiva che evoca l'erosione naturale e i paesaggi industriali dell'estrazione delle terre rare, alla base delle infrastrutture dell'intelligenza artificiale.

Me vs. You di Adam Cole e Gregor Petrikovič è un'installazione video multicanale che prende ispirazione da Eadweard Muybridge. L'opera esplora le sfumature dell'intimità queer in un mondo sempre più mediato dalle tecnologie di intelligenza artificiale, sfruttando l'incapacità della visione artificiale di distinguere corpi intrecciati.

Il Premio APA e altre iniziative

Il Premio APA, assegnato a Franz Rosati, è visibile nel cortile interno della Fondazione Pastificio Cerere e sui canali pubblicitari digitali sparsi in tutta la città. DATALAKE:CONTINGENCY presenta scenari generati dall'AI in costante mutamento, evocando il conflitto tra natura e tecnologia.

Inoltre, sono state presentate due installazioni realizzate dagli studenti del biennio di Multimedia Arts & Design di RUFA - Rome University of Fine Arts, ospitate all'interno del RUFA Space fino al 25 giugno 2025.

I premi Digitalive di Romaeuropa

Il premio Digitalive di Romaeuropa è andato a Valerie Tameu con il progetto Orynthia, una performance che affronta la relazione tra intelligenza artificiale, ecosistemi naturali e tradizioni culturali attraverso una lente decoloniale. Una menzione speciale è stata assegnata a Jessica Tucker con Improbable ExcessQuesti due progetti verranno presentati a settembre al Mattatoio di Roma all'interno della rassegna del Festival romano.

La giuria di esperti

La giuria che ha decretato i vincitori era composta da personalità di spicco del mondo dell'arte e della tecnologia: Alfredo Adamo (CEO di Frontiere), Lorenzo Balbi (direttore del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna), Alice Bucknell (artista, scrittrice ed educatrice), Claudia Cavalieri (direttrice della Fondazione Pastificio Cerere), Daniela Cotimbo (fondatrice e curatrice di Re:humanism), Niccolò Fano (fondatore e direttore di Matèria Gallery), Anika Meier (scrittrice e curatrice), Paolo Paglia (CEO di APA), Federica Patti (curatrice di Romaeuropa Festival), Walter Quattrociocchi (professore presso l'Università La Sapienza di Roma), Diva Tommei (direttrice per l'Italia di EIT Digital) e Joanna Zylinska (professoressa al King's College di Londra).

Informazioni pratiche per la visita

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00 e lunedì su appuntamento presso la Fondazione Pastificio Cerere in Via degli Ausoni 7 - Roma.

Per informazioni:

Le opere in mostra si presentano prevalentemente sotto forma di video installazioni e installazioni multimediali interattive, capaci di coinvolgere lo spettatore in esperienze immersive, poetiche e critiche. I linguaggi spaziano dal game design alla scrittura algoritmica, dall'archivio visivo alla scultura digitale, dando vita a dispositivi che esplorano il tempo, la memoria e l'identità in relazione all'Intelligenza Artificiale.

Il Re:humanism Art Prize si conferma così come un laboratorio di ricerca e visione critica, in cui il dialogo tra arte e tecnologia apre spazi di consapevolezza, partecipazione e immaginazione del futuro, dimostrando che anche in un presente segnato da crisi umane, ecologiche e culturali, è possibile immaginare alternative attraverso l'arte.

 
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