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Fasano, panorama dalla Selva - Foto APT Brindisi I paesi della piana brindisina
Natura, archeologia, ambiente e storia dei paesi della piana brindisina.
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Ambiente e storia nei paesi della piana brindisina

Laddove degradano le ultime balze murgiane, si estende dolce e solatia la piana brindisina, ricompresa nel più vasto Tavoliere salentino di cui annuncia colori ed atmosfere. Una distesa di terra rossa sulla quale il verde dei coltivi si esprime in molteplici tonalità e che ha come sfondo continuo il mare; bastano infatti pochi chilometri ed i colori si accendono di un nuovo cromatismo, i profumi terragni acquistano note di salso che annunciano l'azzurro Adriatico, da sempre compagno di vita di un popolo sostanzialmente contadino.
Un paesaggio pacato con poche tonalità e contrasti essenziali: terra, albero, pietra. Lunghe teorie di muretti a secco rigano la lussereggiante campagna e conducono a paesi antichi dove il visitatore potrà scoprire una Puglia meno nota, ma intatta nella sua identità.
Paesi riarsi dal sole sotto i cui raggi si accendono di nuova vita le numerose testimonianze di un passato remoto che dalla preistoria arriva ai nostri giorni. Siti archeologici disseminati nella campagna o nascosti sotto gli abitati medievali raccontano la storia di messapi, romani, greci insediatesi in queste contrade; castelli, palazzi baronali, torri e bastioni rimandano alle conquiste di normanni, svevi, angioini o alla dominazioni di nobili casati locali e riannodano i fili di quella trama che ha segnato la storia di Mesagne, Francavilla Fontana, Oria, Latiano, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni, Cellino San Marco, San Pancrazio Salentino, Erchie, Sandonaci, Torre Santa Susanna e Torchiarolo.

Cattedrali, santuari, chiesette rurali custodiscono veri e propri tesori d'arte, testimoniano la fede di un popolo ed il mecenatismo di nobili famiglie. Suggestivi percorsi sotterranei scoprono insediamenti rupestri impreziositi dagli affreschi lasciati in quest'area dal monachesimo basiliano.

Fasano Egnazia

Tra natura e storia
Zizagando fra il mare e l'interno, il visitatore conoscerà un ambiente intessuto con i colori della natura dove il paesaggio agrario si sovrappone armonicamente a quello naturale senza lacerazioni o sconvolgimenti.
Le forme ed i colori della campagna trafigurano dolcemente nelle tonalità più accese dei panorami marini.  Qui, ad attendere il visitatore le bellezze costiere: una ininterrotta sequenza di spiaggette, insenature nascoste, cale incantate, tratti di costa merlettata e, in località Pilone - Lido Morelli, ai confini tra la costa di Ostuni e quella di Fasano, ci si imbatte nel suggestivo rincorrersi di dune di sabbia dorata, rivestite di macchia mediterranea e vigilate da una torre del XVI secolo.
In questo viaggio nel paesaggio brindisino, una tappa fondamentale è l'area di Torre Guaceto, dove la natura, più che altrove, ha dispensato i suoi doni; è un luogo di antichissimo insediamento già dall'età del bronzo, frequentato poi da Messapi, Romani, e Aragonesi che, nel XVI secolo, innalzarono una  Torre per proteggere la costa dagli assalti dei pirati.
Il territorio di Brindisi offre l'opportunità di godere di ambienti di particolare  interesseper gli amanti della natura: la Saline Regie, sistema di bacini costieri riconosciuti "oasi di protezione della fauna": il canale Cillarese, un invaso di 276 ettari che offre asilo a numerose specie avicole e dove, durante il passo primaverile, è possibile osservare il passaggio di specie rare come la gru; la zona umida di Gianicola, lungo corso d'acqua costeggiato da una fitta formazione di canna palustre e dove, nascoste nella sempre verde macchia mediterranea, si scoprono le tane di volpi, tassi e ricci.
A Tuturano il bosco Santa Teresa costituisce il lembo più orientale di presenza della quercia da sughero mediterranea; l'area è dichiarata oasi di protezione.

Nel territorio di Francavilla Fontana, ai confini con i comuni di Ceglie Messapica e Villa Cstelli, l'area boschiva "Bottari" si estende per 120 ettari nel fondo e sui fianchi dell'omonimo vallone. In questo viaggio alla scoperta della natura è d'obbligo una tappa alla selva di Fasano, splendido insediamento affacciato su di un fondovalle che ospita 120 ettari di parco faunistico, lo "zoosafari", un angolo di savana in terra di Puglia.

Archeologia, scrigno della memoria
ceglie messapica centro storicoIl Patrimonio archeologico rappresenta uno degli altri significativi motivi di interesse storico e culturale di questa terra tutta da scoprire. Posizione geografica e condizioni climatiche favorevoli hanno reso quasto lembo di Puglia luogo ideale per gli insediamenti umani sin dalla più remota antichità.
Tra mare, colline ed antichi borghi si snoda uno straordinario percorso archeologico, uno scrigno prezioso che di tempo in tempo si schiude, svelando allo sguardo stupito del visitatore ed all'attento interesse dello studioso, frammenti o consistenti vestigia, mute ed insieme eloquenti testimonianze di una storia millenaria. In terra di Brindisi ogni Comune custodisce un sito archeologico, reperti sparsi tra gli uliveti, nascosti sotto i pavimenti delle chiese, piazze e palazzi che scavi sistematici o, in alcuni casi rinvenimenti fortunosi, hanno portato alla luce.
A Fasano, su una costa "fortemente tormentata da acque limpidissime" si estende il sito archeologico di Egnatia, antica città Messapica e poi "municipium romano", celebrata dagli immortali versi di Orazio. Le mura, il foro, le strutture dell'anfiteatro, le abitazioni, la basiliche, i resti della via Traiana testimoniano e raccontano la storia dell'antico insediamento che, fra alterne vicende, sopravvisse sino al X secolo. Annesso al parco, il Museo Archeologico Nazionale raccoglie e custodisce preziosi reperti: sculture, corredi funebri, monili ed in particolare la ceramica qui prodotta e definita "gnathia".

L'itinerario archeologico in terra di Brindisi non può non fare tappa in Ostuni dove è custodita un affascinante pagina di storia risalente a circa 25.000 anni fa. Sulla collina della bianca città si apre la grotta-santuario di Santa Maria di Agnano, antico luogo di culto prima pagano, poi cristiano. Un anfratto di straordinaria suggestione dove natura e sacralità si fondono e dove è stata scoperta la tomba di una giovane in procinto di partorire. Oggi Delia, così è stata battezzata la mamma più antica del mondo, è conservata nel Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale, collocato in un antico convento del centro storico.

L'avventura archeologica in terra di Brindisi è ricca di promesse per il futuro: a Mesagne, il Museo Archeologico "Granafei" accoglie circa 2.500 reperti rinvenuti nel centro cittadino e nelle aree di Muro Tenente e Muro Maurizio, presso le quali sono in corso campagne di scavo. Sempre a Mesagne, in contrada Malvindi, nei pressi dell'omonima masseria, si ammirano i resti di un impianto termale di età romana.  A Villa Castelli gli scavi di Pezza Petrosa testimoniano la presenza di un insediamento neolitico vitale sino alla fine del seicento i cui reperti più significativi sono in mostra all'ingresso del Palazzo Ducale.

 Ulteriori segni particolarmente significativi della presenza messapica si ritrovano anche ad Oria e Ceglie Messapica.  Cinte fortificate, iscrizioni, tombe attestano l'antichità di questa terra. 
Custode della memoria storica della provincia è il Museo Archeologico Provinciale "Francesco Ribezzo"
di Brindisidove vengono proposti cinque interessanti percorsi: la sezione epigrafica e statuaria, l'antiquaria, la preistorica e la numismatica; la sezione dedicata alle sculture, databili fra il IV secolo a.C. ed il III secolo d.C. sono state rinvenute pochi anni fa nello scavo subacqueo di Punta del Serrone.
La documentazione archeologica fruibile nel comune capoluogo non si limita al Museo; la città accoglie nel suo abitato isolati reperti di notevole interesse come le colonne terminali della via Appia ed il sito di San Pietro degli Schiavoni, un quartiere di epoca romana visitabile attraverso un suggestivo percorso sul quale si eleva anche il moderno teatro comunale "Giuseppe Verdi", unico teatro al mondo sospeso su di una zona archeologica.

Andar per castelli

carovigno castelloUn viaggio nella memoria storica dell'antica terra di Brindisi consente di conoscere il fascino di una gerarchia architettonica che ha al suo vertice una corona di possenti castelli. L'incastellamento costituisce per questo territorio, come del resto per tutta la Puglia, l'espressione più significativa dell'architettura civile, l'elemento di continuità che persiste per molti secoli, pur nel succedersi delle dominazioni, connotando il paesaggio ed incidendo notevolmente nei processi insediativi. Torri, baluardi, fortezze eretti con un precipuo scopo difensivo, strutture edificate e rimaneggiate in tempi in cui la sicurezza rappresentava una prioritaria esigenza, ma anche eleganti manieri a cui era affidato il compito di affermare ed enfatizzare il potere del dominatore di turno.
I castelli, infatti erano spesso anche la domus deputate a luogo di riposo, di feste sontuose, di caccia, di incontri d'amore dei dominatori che, numerosi, si sono succeduti su queste terre e dei loro cortigiani. Federico II, il puer Apuliae, ha impresso il segno del suo carisma a Brindisi nel poderoso castello fatto costruire nel 1227 sulle rive del seno di ponente. Fu Ferdinando I di Aragona a recingere la fortezza di mura con quattro torrioni cilindrici e, successivamente, Carlo V dispose ulteriori ampliamenti. Il castello svevo è definito dai brindisini "di terra" per distinguerlo dall'altra struttura difensiva voluta da Ferdinando I d'Aragona nel porto esterno, sul luogo dell'abbazia eremitica di S. Andrea all'isola, e denominata "forte a mare".

E' ancora il mitico Federico II ad lasciare Oria la sua orma regale nel possente maniero abbarbicato sull'antica acropoli messapica, avente la singolare forma di un reiangolo isoscele e caratterizzato da una vasta piazza d'armi con caserme, magazzini, passaggi segreti e cisterne. Ai piedi della torre del Salto si apre l'ingresso all'antica chiesa ipogea dei SS. Crisante e Daria.

L'itinerario dei castelli scopre in ogni città ed in ogni borgo una torre, un bastione o, nel peggiore dei casi, un toponimo che ricorda la presenza in quel sito di una fortificazione.
Fortemente segnata da lotte sanguinose è la storia del castello di Mesagne; l'antico maniero, costruito da Roberto il Guiscardo nel XII secolo, fu completamente raso al suolo da Manfredi nel 1256. Sui suoi resti nel XV secolo i De' Balzo Orsini innalzarono l'attuale struttura cha ha subito profondi rimaneggiamenti fino ad assumere i caratteri di splendido palazzo residenziale.  A S. Vito dei Normanni prospetta sulla piazza principale il castello di cui fu autorevole committente nel XII secolo Boemondo d'Altavilla: la fortezza è stata ripetutamente rimaneggiata sino a conseguire le eleganti forme architettoniche odierne. Risale anche al periodo normanno il più antico nucleo del bel castello fatto costruire nel XV secolo dai De' Balzo Orsini a Carovigno, per difendere la città dalle incursioni saracene e piratesche.
 Spicca tra le bianche case di Ceglie Messapica la mole del castello che il duca Fabrizio Sanseverino, signore della città, fece erigere nel XV secolo intorno a due torrioni preesistenti.  I tempi nuovi portarono una certa pacificazione, stemperando litigiosità ed allentando la morsa delle azioni piratesche; in questo clima di distensione molti feudatari trasformarono i loro fortilizi in eleganti dimore.
Accadde cosi che a Francavilla Fontana, Michele Imperiali nel 1730 trasformava il castello innalzato nel XV secolo dai De' Balzo Orsini nell'attuale dimora che oggi ospita la civica amministrazione.

carovigno torre guaceto

Sempre grazie agli Imperiali, famiglia potente e prestigiosa in queste contrade, gli antichi castelli di Latiano e Villa Castelli persero via via i vari elementi di fortificazione, accentuando il carattere di dimora gentilizia. Altrettanto fecero i Chjurlia a Cellino S. Marco dove trasformarono ed ampliarono il cinquecentesco castello eretto dal feudatario Antonio Albrizzi e così avvenne con il castello merlato di Torre S. Susanna. Se i castelli ed i palazzi fortificati compendiano la storia feudale di molti comuni brindisini, segni altrettanto significativi del divenire della storia sul territorio sono le torri costiere, che numerose punteggiano il litorale, facenti parte di quel sistema di fortificazioni innalzato tra il XV e XVI secolo per difendere le coste dai pirati.

 

Testi e foto gentilmente concessi dall'APT di Brindisi

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