Ceglie: chiesa di San Domenico - Fototeca APT Brindisi Terra di Brindisi
Terra di Luce, Terra di Storia: antica variegata di risorse e specificità seppur dotata di un'identità di fondo, di un comune substrato che lega i paesi della costa a quelli dell'entroterra, le comunità sulle dolci colline e quelle nella pianura.
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"Un territorio multiforme al cui interno la luce agisce da protagonista e da amalgama. Essa illumina di ocra dorato le preziose facciate di chiese ed antichi palazzi, gioca fra i trulli ed i muretti a secco, si insinua furtiva nei bianchi vicoli dei centri storici, dardeggia improvvisa nella selva degli ulivi, accende di riflessi l'azzurro del mare, conferendo all'insieme quella particolare luminosità che è il più autentico elemento distintivo di questo lembo di Puglia.  Da Brindisi, città capoluogo, ai bianchi paesi delle ultime Murge, agli antichi borghi cresciuti all'ombra dei castelli, si definisce un' entità territoriale dotata di un ricco patrimonio di emergenze riferite al paesaggio, alla storia, all'arte, al folclore, all'artigianato, alle tradizioni.  Una terra baciata dal sole, un territorio prodigo di natura, una costa di notevole bellezza, una realtà a misura di vacanza, per chi voglia abbandonarsi agli ozi balneari o per chi abbia vaghezze di percorrere itinerari inediti alla scoperta di grotte, castelli, cattedrali, insediamenti rupestri, trulli ed antiche masserie.
Tra mille incantamenti il turista troverà anche il calore di un' ospitalità autentica, il comfort di strutture ricettive moderne e diversificate, il piacere di praticare le attività proprie del tempo libero, il gusto di conoscere una lunga trama di antiche tradizioni, le lusinghe di una cucina genuina e particolarmente gustosa." (Dott. Antonio Vittorio - Presidente A.P.T.)

Brindisi Porto e Castello di terra

Brindisi, porta d'Oriente
Città antichissima, crogiuolo di culture e teatro di vicende entrate a far parte della Storia, Brindisi è cresciuta nel più orientale porto d'Italia che ne ha determinato i destini, plasmato la storia e, sotto certi aspetti, modellato l'immagine urbana. Le colonne terminali della via Appia, specchiandosi dall'alto della loro scalinata nelle acque del porto interno, vigilano su quella che la tradizione vuole come l'ultima dimora di Virgilio e raccontano ai tanti visitatori la gloriosa storia della regina viarum e le numerose vicende che resero Brindisi famosa nel mondo: nelle sue acque avvenne l'epico scontro tra Cesare e Pompeo, qui Antonio ed Ottaviano si spartirono l'impero romano.  Tramontata la grandezza di Roma, Brindisi continuò ad identificarsi con la storia del suo porto, che, fra alterne vicende, raggiunse nuova popolarità ai tempi delle crociate quando diventò crocevia di cavalieri e pellegrini diretti al Santo Sepolcro ed, ancora, fu la strategica posizione dello scalo marittimo a determinare la feconda esperienza della "Valigia delle Indie" che nel XIX secolo trasformò Brindisi in un fiorente emporio commerciale, collegando Londra con Bombay.
Frammenti di storia remota, le cui testimonianze sono ancora leggibili nel tessuto urbano attraverso interessanti itinerari che vi invitiamo a percorrere per conoscere l'originale sistema di fortificazione dell'antica Brindisi, per ammirare l'eleganza composta dei suoi numerosi palazzi, le maestose dimore dei cavalieri Templari, la ricchezza del suo patrimonio d'arte sacra e da ultimo scoprire l'essenza autentica della città che Federico II definì "filia solis", esaltando la mediterranea solarità di questo straordinario avamposto verso l'Oriente.

Fasano: panorama dalla selva

Tra mare e dolci colline: i paesi del bianco e dell'azzurro

Le ultime propaggini delle Murge orientali connotano la parte di territorio posta ai confini delle province di Bari e Taranto. Il paesaggio assume qui toni fantastici: dalle balze rocciose la fitta selva degrada dolcemente verso il mare, mentre sui colli più alti si stagliano compatti i bianchi borghi.
Siamo nei paesi del bianco e dell'azzurro: Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Ceglie Messapica, Villa Castelli e San Michele Salentino, una galassia di centri storici dove tutto è inverosimilmente candido ed ovunque splende un sole accecante, una luce senza ombre, senza mezzi toni.
 Paesi antichi, costruiti di luce e di bianco, incuneati in una cornice straordinaria che è la Murgia dei Trulli, fantasiosamente tramati in un groviglio inestricabile di viuzze irte, sinuose, a saliscendi, da uno stiparsi di bianche case, da un susseguirsi di archetti e cavalcavia.
Fasano, languidamente distesa nella selva degli ulivi, guarda il mare dove storia e paesaggio si fondono in armonica sintesi ed i resti dell'antica Egnatia raccontano le origini della città. Alle sue spalle domina la "Selva", un luogo ameno con colori tersi, riposanti atmosfere e, nascosti tra querce secolari, lecci e lentischi si scoprono grappoli di trulli ed antiche, aristocratiche ville. Appollaiata a poco meno di 400 metri, Cisternino appare come disegnata nello spazio con un'architettura fantastica di casette lattee ed ardite scalinate esterne. La Valle d'Itria si distende cesellata di trulli ai piedi di questo lillipuziano centro storico, recentemente riconosciuto uno dei borghi più belli d'Italia.
Tra il verde della campagna e l'azzurro del mare appare Ostuni, la luminosa città delle bianche calcine. Al di sopra della cinta muraria, il centro storico si sviluppa sui fianchi della collina, alla cui sommità svetta lo slanciato timpano della cattedrale. Dalle case, confuse in un solo candore, mille e mille finestrelle si affacciano sullo splendido panorama e, all'orizzonte, gli intensi colori del mare sconfinano nell'azzurro limpidissimo del cielo. In lontananza la grotta della Maternità vigila sulla città e racconta di una terra abitata sin dalla preistoria.
A pochi chilometri Carovigno si stringe attorno al suo maniero, conservando quasi intatta l'originaria struttura feudale. Fa da cornice all'antica Carbinia una campagna ubertosa, feconda di ulivi e lambita da una costa di straordinaria bellezza e di grande valore ambientale.
Ceglie Messapica si raccoglie sul cucuzzolo del suo colle, laddove sorgeva l'antica acropoli messapica, offrendosi al visitatore con una sorprendente scenografia. La possente mole del castello svetta sulle bianche case del popolo e nel silenzio raccolto delle piazze, negli stretti vicoli animati da colorite conversazioni, si diffondono stuzzicanti i profumi di una gastronomia dai richiami irresisitibili.
Più appartata, Villa Castelli è un respiro di serenità nel rigoglio del paesaggio agrario. la tranquilla cittadina ha il suo orgoglio nel bel palazzo ducale, oggi trasformato in accogliente sede municipale ed il suo elemento di identificazione nella "gravina" che attraversa e divide l'abitato, diffondendo nell'aria i profumi della macchia mediterranea che lì cresce nelle sue molteplici essenze.
In quest'area, come del resto in tutto il brindisino, nobili attività artigianali offrono manufatti unici per inventiva, materiali ed abilità: attraverso le mani degli artigiani prendono forma cestini, panieri, canestri, prodigioso frutto di un'arte antichissima; letti, cancelli, lanterne, alari, sono le meraviglie dell'artigianato del ferro battuto e poi il fascino degli antichi ricami ed i capolavori della paziente arte dello scalpellino.


Il Trullo, capolavoro della civiltà contadina
Studiosi italiani e stranieri hanno in tempi diversi condotto sull'origine dei trulli e sulla loro evoluzione. Per molti di essi l'umile cono presenta una certa affinità con la tholos greca, ma mentre quest'ultima richiedeva un progetto, una prestazione professionale, il trullo nasce da una primaria necessità abitativa ed e, all'origine, l'opera solitaria condotta da un mastro contadino, che, ignaro delle leggi della statica e di sofisticate tecniche costruttive, dà vita ad un'architettura spontanea dove il vero "modulus" è la mirabile integrazione all'ambiente. Forse un tempo il trullo a carattere unicellulare non serviva da abitazione, ma come deposito di attrezzi agricoli. Successivamente il contandino, utilizzando l'abbondante pietrame affiorante in superficie, affinava le sue capacità costruttive ed innalzava a secco, senza impiego di malta o altro materiale, pietra su pietra, i trulli accostandoli gli uni agli altri in relazione ai crescenti bisogni del nuclo familiare.
E' possibile seguire l'evoluzione del trullo sul piano formale: dal trullo più arcaico a forma conica sin dal livello del pavimento si passa a quello impostato su di un basamento cilindrico alto circa due metri; nella forma più evoluta, invece, la cupola conica viene elevata su una base cubica. L'originalità ed il fascino del trullo sono contenuti nella suacapacità di conservare nel tempo la vitalità e l'uso del passato, esso infatti non si è trasformato in monumento-rudere, ma, sfidando i secoli, rimane depositario ed emblema di quella civiltà contadina che, pur tra ansie e sacrifici, è riuscita aconservare il rapporto uomo-ambiente.

Chesa di Matrice MesagneIl cammino della fede
Una terra, quella brindisina, ricca di risorse ed opportunità che racchiude in sé una tradizione di fede e devozione, espressiva della dimensione religiosa del suo popolo. Di paese in paese, di contrada in contrada, i festeggiamenti patronali si rincorrono nel corso dell'anno in una fantasmagorico calendario di luci, suoni e colori. Ogni comunità si ritrova attorno al proprio santo cui tributa solenni celebrazioni: luminarie, concerti bandistici, fuochi di artificio fanno da cornice alle lunghe, oranti processioni di fedeli al seguito della statua benedicente.
L'albero di Natale non ha sconfitto qui la tradizione del presepe né le corali rappresentazioni della Natività - i presepi viventi - ambientate nelle strade dei borghi, nello scenario degli insediamenti rupestri o presso antiche masserie.
I riti della Settimana Santa e della Pasqua sono presenti in tutta l'area brindisina, assumendo in Francavilla Fontana forme di alta suggestione. Qui l'enigmatica figura dei pappamusci, penitenti incappucciati e scalzi, in visita ai "sepolcri" sin dal giovedì santo, e dei "pappamusci" cu lli trai che, piegati sotto il peso di gigantesche croci, seguono la processione di misteri il venerdì santo, rinnova ogni anno il dramma della Passione e suscita la commossa partecipazione della folla assiepata lungo le strade. Un'atmosfera di grande spiritualità aleggia attorno ai santuari, ubicati quasi sempre nella placida quiete della campagna, in luoghi dove la memoria collettiva tramanda storie di miracoli e fatti predigiosi.

Il culto mariano ha radici antiche in terra di Brindisi e numerosi sono i santuari dedicati alla Madre delle madri, sorti quasi sempre a seguito del casuale rinvenimento di una sacra effige o sotto la spinta di eventi ritenuti miracolosi. E' accaduto così per il santuario della Madonna di Jaddico a Brindisi; quello di Cotrino a Latiano; il santuario di S. Maria della Croce a Francavilla Fontana; quello di Pozzo Faceto a Fasano; la Madonna di Ibernia a Cisternino; il santuario di Belvedere a Carovigno. Mete di pellegrinaggi e solenni processioni, i santuari mariani sono luoghi dello spirito dove la fede e la devozione popolare si esprime nelle sue forme più autentiche con antichi e suggestivi rituali.
L'idea del prodigio rappresenta la quotidianità per quanti fiduciosi chiedono la taumaturgica intercessione dei Santi Cosma e Damiano presso il Santuario di S. Cosimo alla Macchia in territorio di Oria. Il grande complesso religioso, sviluppatosi sul sito di un'antica chiesa basiliana, è oggi una vera e propria cittadella della fede, meta di migliaia di pellegrini. Colpisce il visitatore la sala degli ex voto, dove la fede popolare ha intessuto un grande puzzle fatto di segni ora umili ed ingenui, ora preziosi e solenni, sempre di grande impatto emotivo.
 L'itinerario alla scoperta dei luoghi della fede non può tralasciare Erchie, piccolo centro nel cui territorio nel lontano anno mille sostarono, nascoste in un anfratto, le sacre spoglie di S. Lucia. Su quell'anfratto, dove sgorga un'acqua ritenuta miracolosa, la fede popolare nel 1700 ha eretto una chiesa divenuta meta di pellegrinaggio di quanti, bagnado gli occhi alla sacra fonte, chiedono la protezione alla santa siracusana.
 Ad Ostuni l'itinerario della fede si sovrappone a quello del paesaggio: la strada che conduce ai santuari di S. Oronzo e S. Biagio si inerpica sinuosa sulla collina, scoprendo ad ogni tornante un paesaggio di struggente bellezza, un'atmosfera che inneggia alla meditazione ed alla natura. A S. Pancrazio Salentino, il santuario di S. Antonio alla Macchia si erge su una laura basiliana ed è immerso in una folta pineta che nel giorno della festa del santo si popola di una folla di devoti fedeli. S. Maria di Crepacore a Torre S. Susanna ed il tempietto di S. Miserino a Sandonaci completano mirabilmente questo itinerario con la testimonianza delle loro antichissime ed interessanti strutture architettoniche.


Testi e foto gentilmente concessi dall'APT di Brindisi

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