Ponte romano sul fiume Sentino Genga Le Grotte di Frasassi
Genga, piccolo comune in provincia di Ancona, estende il proprio territorio a ridosso dell'Appennino Marchigiano. Nel suo vasto ambito si trova la Gola di Frasassi, solcata dal fiume Sentino, di eccezionale interesse paesaggistico e naturale.
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Il TERRITORIO

La zona attorno a Genga (AN) racchiude numerose grotte, nelle quali, in vari tempi, sono stati rinvenuti reperti di vita preistorica: Grotta del Buco Cattivo, Grotta del Mezzogiorno, Grotta dei Baffoni, Grotta Bella, Grotta del Fiume. Proprio in questa gola sono ubicate le famose Grotte di Frasassi e la Grotta del Santuario. In quest'ultima si erge il tempio a base ottagonale fatto erigere nel 1828 da Papa Leone XII, si disegno dell'architetto Valadier, la costruzione conserva una copia della bella statua Vergine con Bambino, il cui originale, in marmo bianco ed attribuito al Canova, si trova presso il museo San Clemente di Genga. Nei pressi, a destra del Tempio, è conservata l'antica cappella di Santa Maria "Infra-saxa".
Poco più a sud, fuori dalla Gola, spicca la Chiesa di San Vittore, del XI secolo, in tipico stile romanico; la costruzione a pianta centrale risulta di estrema semplicità e purezza.

Di fronte al Tempio si trova il Ponte Romano sul fiume Sentino, difeso da una tronca Torre Gotica; a fianco della chiesa troviamo lo Stabilimento Termale e la vecchia Abbazia, che sarà adibita a museo Speleocarsico che custodirà fra l'alrto un fossile di ittiosauro.
Sul colle, verso Est, domina il Castello di Pierosara, borgo di aspetto medievale, che ebbe fin dal X secolo vasta sovranità sul territorio e delle cui potenza non resta che il Cassero e parte delle robuste mura di cinta. Più a Nord, fuori dalla Gola, su di un poggio, si eleva Genga, antico Castello, ogge sede del Municipio e del Consorzio; qui nacque Leone XII, Annibale dei Conti della Genga, fu papa dal 1823 al 1829; nella chiesa parrocchiale è custodito un trittico (Madonna in trono con San Giovanni Battista e San Clemente) ed uno stendardo (Madonna in trono con San Clemente), opere di Antonio da Fabriano del XV secolo; nel Museo San Clemente, situato nel centro storico, si ammirano interesanti opere d'arte.

Risalendo la strada ed attraversato il borgo di Genga, si giunge alla Riserva Naturale di Valle Scappuccia, un habitat incontaminato, dove sentieri errabondi appena abbozzati conducono il visitatore in contatto con la natura palpitante. La zona ospita anche la Riserva Naturale della Gola Rossa e di Frasassi, "cuore verde" della Regione Marche, nato nel 1997 grazie ad una legge regionale, con i suoi 9167 ettari, è la più grande area protetta regionale e comprende il complesso delle Grotte; un viaggio nel parco è un viaggio alla scoperta di tesori storico-artistici, celati da paesaggi ricchi di fascino ed armonia, immersi in una natura integra e rigogliosa.

Le GROTTE - Dall'antica città di Sentium, presso l'attuale Sassoferrato, prende il nome il fiume che la bagnava (o è vero l'inverso?). Fiume e città videro la celebre battaglia di Sentino del 295 a.C. tra Romani ed una coalizione di Umbri, Sanniti, Etruschi e Galli Senoni. Il fiume scorre nel senso ovest-est e, nei millenni, ha scavato una valle abbstanza ampia lungo tutto il percorso tranne che negli ultimi due chilometri dove ha scavato una stretta gola, profonda tre-quattrocento metri prima di andare ad ingrossare l'Esino. La valle si è formata perchè i terreni attraversati dal corso d'acqua erano facilmente erodibili, mentre la gola è scavata nella roccia.

Il fiume dunque scorreva in alto e le sue acque, penetrando nella roccia sottostante si caricavano di materiale (calcio, carbonio, zolfo) erodendo l'interno della montagna; abbassandosi il fiume per la lenta erosione del suo letto, anche le acqua interne si abbassavano lasciando il vuoto nella cavità che avevano creato. La formazione delle concrezioni è l'effetto dell'infiltrazione di acque meteoriche nella crosta della montagna. Il Sentino dunque è un fiume benenefico, più di quelli che nelle loro acque trasportavano pepite d'oro.Le grotte di Frasassi
Il tesoro Grotte di Frasassi è stato scoperto casualmente nel 1971 dal Gruppo Speleologico CAI di Ancona; nel 1974 le grotte sono state aperte al pubblico ed in breve tempo sono diventate una delle più importanti attrattive delle Marche, già visitate da oltre 10 milioni di persone provenienti da tutti i continenti.

Il PERCORSO è esaltante e l'illuminazione, curata dal celebre scenografo Cesarini da Senigallia, accentua le forme ed i colori delle concrezioni: stalattiti intarsiate, gigantesche stalagmiti, laghetti serrati tra arabeschi di cristallo, lance di alabastro che pendono dalle volte maestose ... un itinerario sotterraneo che è stato definito uno dei più belli al mondo. Significativi sono i nomi di fantasia attribuiti ai diversi scenari a seconda del lo ro aspetto: Abisso Ancona (Abisso per i suoi 240 metri di altezza, Ancona in onore del CAI che l'ha scoperta), Sala 200 (lunga 200 metri), Sala dell'Obelisco (al centro di essa si erge una stalagmite alta 15 metri) ed ancora, Sala delle Candelini, Sala delle Colonne, Sala Bianca, Sala dell'Orsa, Sala dei Pagliai, Sala dell'Infinito. L'origine delle grotte risale a 1.400.000 anni fa.
Il Consorzio Frasassi propone per i più sportivi, un nuovo affascinante viaggio all'interno delle Grotte: dotati all'ingresso diel vestiario e dell'attrezzatura necessaria ed accompagnati da esperte guide in un percorso attrezzato della durata di due/tre ore, avrete l'occasione per ammirare magnifiche sale nascoste allo sguardo del normale visitatore e di vivere per un giorno la straordinaria esperienza dello speleologo.

I DINTORNI - Dalla zona di Frasassi, dove sono disponibili validissime strutture ricettive e di ristorazione con cucina tipica locale, è facile raggiungere in giornata mete religiose, artistiche e storiche di grande richiamo: Loreto (a 80 chilometri), Assisi (a 75 chilometri), Cascia, Urbino (a 102 chilometri)con la Galleria Nazionale, Recanati (a 85 chilometri) con la Biblioteca Leopardiana, Ancona (a 61km) con il Museo Archelogico, Jesi con la Pinacoteca Civica, Matelica con il Museo Piersanti, Macerata (a 67 chilometri) con la Pinacoteca Comunale, Fabriano, con la Pinacoteca Civica ed il Museo della Carta e della Filigrana e per rilassarsi si raggiunge facilmente anche il mare con Senigallia e la sua spiaggia di velluto e tutta la costa marchigiana.


SI RINGRAZIA, PER TESTI ED IMMAGINI, IL CONSORZIO FRASASSI DI GENGA

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