Parma, Complesso Monumentale della Pilotta, Museo Archeologico © Giovanni Hanninen La nuova Pilotta
Dopo 6 anni di lavori, si completa il progetto di riqualificazione e di riallestimento del percorso espositivo del Complesso monumentale della Pilotta di Parma, ideato dal direttore Simone Verde, che ha interessato circa 30.000 mq.
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Dopo 6 anni di lavori, giunge a compimento il grande progetto di riqualificazione e di riallestimento del percorso espositivo del Complesso monumentale della Pilotta a Parma, ideato dal direttore Simone Verde in collaborazione con il suo staff.

Il valore di questa opera, che ha interessato circa 30.000 mq, è di riportare alla sua originaria unità una delle più importanti concentrazioni italiane di documenti, beni culturali, artistici e librari, riunendo istituti nati insieme, smembrati nell’Ottocento e consentendo di riscoprire il senso originario con cui una delle più prestigiose raccolte italiane venne costituita e organizzata nel tempo, nonché il legame tra contenuto e uno straordinario contenitore architettonico.

“La Nuova Pilotta di Parma si rivela oggi al pubblico in tutto il suo splendore. Un monumento straordinario e unico nel suo genere in Italia è così restituito al suo significato originale di museo a tutto tondo, in cui ogni espressione creativa viene rappresentata: dalle arti figurative della Galleria Nazionale alla stampa con le preziose testimonianze del Museo Bodoniano, dallo spettacolo nel Teatro Farnese alle collezioni librarie della Biblioteca Palatina, l’inestimabile patrimonio culturale custodito in questo museo ha finalmente piena dignità e giusta valorizzazione. Se c’era bisogno di testimonianze di quanto l’autonomia dei musei statali fosse necessaria, la Nuova Pilotta si candida senz’altro a essere tra le più limpide e luminose”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Gli interventi effettuati sono di eccezionale valore e hanno coinvolto decine di persone, dai funzionari ai restauratori, dalle istituzioni cittadine agli sponsor, ai vari professionisti, non soltanto dal punto di vista della storia dell’arte, ma anche della museologia. L’edificio della Pilotta è infatti una delle rarissime sopravvivenze degli esperimenti che, a cavallo tra XVI e XVII secolo, hanno portato alla nascita dei musei come istituzioni caratteristiche della storia moderna.

La Nuova Pilotta rappresenta un ripensamento generale dell’unico museo enciclopedico pubblico italiano affinché serva da strumento di analisi intellettuale, utile alla società contemporanea. L’ultimo tassello di questo mosaico è l’apertura della sezione archeologica, completamente ripensata e riqualificata seguendo i principi più innovativi della ricerca scientifica, che annoverano riferimenti alle acquisizioni della New Archaeology, la Global History, la Connected History e perfino la cosiddetta Big History.

Con questa ultima riconsegna, la Nuova Pilotta della Pilotta torna essere fruibile nella sua interezza e nella forma di un centro culturale di caratura internazionale, promotore di un approccio museale dinamico, inclusivo, aperto al dialogo e alla partecipazione.

Una delle caratteristiche principali dell’operazione è stata quella di riqualificare quegli spazi connettivi come lo scalone monumentale, il vestibolo del teatro, l’area esterna dei cortili che, trascurati da una logica museologica ottocentesca, versavano in condizioni di profondo degrado e la cui funzione era limitata a servitù di passaggio; allo stesso modo una ulteriore azione ha coinvolto luoghi come la Galleria e il Museo Archeologico rimasti per lungo tempo organi a se stanti, disconnessi dal corpo dell’edificio e dalla sua unitaria storia collezionistica.

Una parte consistente dei lavori si è concentrata sulla ex Galleria Nazionale che, seppur presentasse problemi minori rispetto ad altri istituti, aspettava di ricevere da molto tempo notevoli cure, ormai divenute improcrastinabili, in particolare per quanto riguarda la messa in sicurezza e il restauro delle opere. Tra gli interventi, vanno annoverati anche quelli di manutenzione ordinaria, come il ripristino degli intonaci, il ripensamento scientifico dei presidi museologici, le dotazioni tecnologiche, anche per il risparmio energetico. Una volta ultimato l’involucro si è passati a riconsiderare l’allestimento in termini di riflessione concettuale delle collezioni, anche per quanto riguarda la leggibilità delle opere, il tutto a cavallo tra filologia storica, valorizzazione e contestualizzazione architettonica contemporanea. Un esempio notabile di quanto realizzato è stata la recente consegna al pubblico dell’Ala Nord Alta con sette nuove sale dedicate agli esponenti più significativi dell’arte emiliana tra il Cinquecento e il primo Seicento, che favoriscono un collegamento diretto con lo sviluppo cronologico delle opere dai Fiamminghi all’arte del Manierismo parmense. Poi le sale dell’Ala Nord bassa, o la Passerella Farnese, viatico ai saloni della ritrattistica ducale, con un nuovo allestimento del ricco patrimonio di medaglie e monete rinascimentali e di volumi a stampa finora mai esposti in un parallelo filologicamente perfetto tra numismatica antica, medaglistica rinascimentale e storia del ritratto.

Il Teatro Farnese, capolavoro del 1618 e primo teatro moderno della storia europea, è stato sottoposto a un lungo ed elaborato ciclo di interventi di varia tipologia, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria alla musealizzazione di spazi precedentemente chiusi al pubblico. È il caso delle aree delle sottogradinate, prima utilizzate come luoghi di passaggio o come magazzini ingombri di beni in disuso, e ora trasformate in aree museali grazie all’importante lavoro di bonifica. Dal canto suo, il teatro continua nel suo ruolo originario, ovvero quello di ospitare spettacoli e concerti di indiscussa qualità e coerenti con la sua storia, come la prima edizione del Farnese Festival, l’unica rassegna musicale al mondo dei secoli XVII e XVIII, curata da Fabio Biondi e ideata da Simone Verde, che può fregiarsi di una sala da spettacolo coeva al repertorio proposto, sul cui palco si sono alternati alcuni dei più prestigiosi ensemble d’Italia.

Per rendere lo spettatore consapevole della straordinaria importanza del Teatro, per invitarlo a riscoprire l’aspetto e l’uso originario della sala gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ricostruita nel corso degli anni Cinquanta del XX secolo, è stato prodotto un videomapping che, attraverso l’utilizzo di proiezioni, suoni e immagini in movimento che si sono servite di scenografie originali, ricrea e riporta in scena quella macchina dell’illusione teatrale dove alcune delle idee e delle sperimentazioni sceniche del teatro moderno sono state per la prima volta realizzate.

Non è da dimenticare la Biblioteca Palatina, entrata nel novero degli istituti del Complesso Monumentale con il suo fondo di disegni e stampe unico al mondo, i suoi ambienti sontuosi, la sua dotazione impareggiabile di beni librari e documenti, tra cui una delle più importanti raccolte al mondo di manoscritti e stampati ebraici, seconda per qualità e quantità a quella della biblioteca di Gerusalemme e provenienti dalla Biblioteca dell’abate Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831) che insegnò lingue orientali nella facoltà teologica dell’Università di Parma dal 1769 al 1821. Numerosi erano i problemi che la nuova direzione, al suo insediamento, si è trovata ad affrontare e a risolvere: dai depositi sporchi e fatiscenti ad alcune aree, come la Galleria dell’Incoronata, che custodisce la sinopia dell’Incoronata del Correggio, destinata a magazzino di beni di scarto e finalmente di nuovo riaperta al pubblico.

Un nuovo volto è stato inoltre disegnato per il Museo Bodoniano, primo e unico del suo genere in Italia, nato nel 1963 da una serie di preziose donazioni. Alla collezione è stata infatti trovata un’altra destinazione, al piano terra del Complesso, caratterizzata da un’estetica stile impero, coeva agli ultimi anni di attività dello stampatore. Il percorso espone l’intera collezione di punzoni originali e di stampati, con la possibilità di visionare repliche di torchi originali e di usufruire di ausili digitali come un tavolo interattivo e quattro totem.

Nell’ottica di rendere la Nuova Pilotta un luogo dove soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più allargato e consentirgli una fruizione più comoda e confortevole, non si è certo misconosciuto il valore dei servizi che contribuiscono a rendere completa l’esperienza della visita e, al tempo stesso, ad attrarre visitatori attraverso un’offerta vicina alle forme ordinarie della vita contemporanea. In questa direzione si segnala il grande tavolo multimediale e interattivo, all’ingresso dell’Ala ovest, che introduce alle sezioni dedicate alla storia dell’arte italiana nelle collezioni parmigiane mediante il quale è possibile operare una ricerca per opera o per autore che facilita la loro localizzazione, la conoscenza della storia collezionistica e l’approfondimento della provenienza, dei dettagli tecnici e di varie curiosità monografiche.

Dalle dotazioni indispensabili per un museo, come le aree, completamente ripensate, della biglietteria, del guardaroba, del nuovo blocco di servizi igienici e della nursery room, dello spazio ristoro con sedute e distributori automatici, valorizzato e interamente riallestito per restituire un ambiente destinato in precedenza ad area di deposito, o ancora della Sala Paciaudi della Biblioteca Palatina, riconsegnata alla comunità parmense, dopo anni di incuria e degrado, la nuova direzione si è prodigata per ripristinare le aree esterne, come il Cortile della Cavallerizza, trasformato in un giardino aperto periodicamente al pubblico e che accoglie la sede dell’Associazione Amici della Pilotta.

Tutti questi sei anni di attività possono essere in parte tradotti dai numeri che non solo testimoniano la quantità del lavoro, ma anche il valore dello stesso, riconosciuto dall’apprezzamento delle persone che quotidianamente affollano le sale e gli spazi comuni del Complesso Monumentale della Pilotta.

In sei anni, la riqualificazione e la manutenzione hanno interessato circa 30.000 mq, per una spesa di €22.399.500,00 milioni. I restauri hanno coinvolto 62 opere della Galleria Nazionale, 102 cornici, 185 manoscritti e volumi della Biblioteca Palatina, 550 reperti archeologici.

La qualità dei progetti della Nuova Pilotta è stata ben accolta dal pubblico, passato dai 120.042 visitatori del 2017, ai 132.910 nel 2022 e ai 144.882 al 31 ottobre 2023 con una proiezione di circa 170.124 visitatori al 31 dicembre 2023; di conseguenza, gli incassi da bigliettazione, passati da 476.116,00 nel 2017 a 705.101,10 nel 2022, con un <.

La Nuova Pilotta si è ritagliata un lodevole séguito sui canali social; dal 2017 al 7 luglio 2023 l’incremento dei follower delle sue pagine Facebook, Twitter e Instagram è aumentato, rispettivamente da 3976 a 18.678, da 2640 a 3257 e da 2509 a 13.600; così anche il sito internet - complessopilotta.it - ha visto una crescita di utenti unici da 1.467 a 208.456 e le pagine visitate da 268.658 a 1.357.558 con una media mensile che è variata da 24.423 a 35.726.

Uno dei compimenti recenti più significativi riguarda infine la cosiddetta Sala ottagona della Rocchetta, primo allestimento romantico d’Italia conseguito con il ritorno delle opere da Parigi dopo le spoliazioni napoleoniche. Questa importantissima realizzazione per la museografia europea era stata menomata dagli interventi degli anni Settanta che avevano rimosso, in particolare, i tessuti di arredamento voluti dal direttore dell’Accademia, Paolo Toschi per “santuarizzare” le opere del Correggio. Dopo un lungo lavoro di restauro, ricerca e riedizione delle stoffe da una famosa seteria genovese, essa viene oggi inaugurata, quale parte della Nuova Pilotta, restituita alla sua antica parvenza estetica.

Parma, Complesso Monumentale della Pilotta, Museo Archeologico © Giovanni Hanninen

Complesso monumentale della Pilotta

Parma, Piazzale della Pilotta, 15

T +39  0521 233617

E cm-pil@cultura.gov.it

complessopilotta.it

 
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