Le pizzerie storiche di Milano | |
Quando è arrivata la pizza a Milano? Ecco alcuni indirizzi e curiosità su alcune della pizzerie del capoluogo lombardo che hanno passato, alcune anche da molti anni, i fatidici "anta". |
Immagini Correlate (4) |
Siamo a Milano, capoluogo della regione Lombardia, noto per gli affari, la moda e la cultura, ma ci teniamo a far sapere che a Milano non si mangiano solo risotto e panettone, esistono infatti molti locali che preparano pizze favolose ed alcuni di questi servono milanesi, turisti italiani e stranieri e uomini d'affari da moltissimi anni ... sono le pizzerie che hanno superati gli "anta" e tuttora si mantengono in splendida forma! E' il 1953 e nasce nell'omonima via all'angolo con corso Buenos Aires una delle più popolari e note pizzerie d'asporto della città "Spontini". Una pizzeria che ha fatto della semplicità e della spartanità un proprio marchio che significa eccellenza ed ottima pizza, niente altro. Da Spontini infatti si serve solo pizza, margherita con acciughe, al trancio, da asporto (unica piccola concessione è fatta a pranzo quando si possono anche gustare delle lasagne). Ingredienti noti per una ricetta consolidata ed amata: farina "00", acqua milanese, polpa di pomodoro emiliana, acciughe, sale, pepe ed origano. Con 5,00 euro si gusta il trancio "normale", con 5 euro e 50 il trancio abbondante. Spostandosi dal centro storico arriviamo in zona Lambrate e troviamo in via Teodosio "La Pizza dal 1964", che non lascia adito a dubbi riguardo la data di apertura ... si tratta di un locale a due vetrine a pochi passi da via Casoretto. Sforna teglie di pizza "alta", solo margherita, cotta in forno a legna che vende al trancio eventualmente arricchita dopo l'uscita dal forno con sottolii, prosciutto, salumi o verdure. Quasi cinquant'anni di storia della pizza al trancio milanese, gustata dai residenti della zona e dai dipendenti del vicino deposito ATM che si trova all'angolo opposto dell'incrocio. Quando è nata era una delle sole tre pizzerie al trancio della città e, soprattutto la domenica sera, come tradizione vuole, una lunga fila di persone in attesa di distendeva sul marciapiede; non esistevano ancora i cartoni che ormai siamo abituati a portare a casa con le nostre pizze fumanti e i tranci venivano deposti su vassoi in cartone ed avvolti in un foglio di carta oleata (una curiosità, per fare in modo che la carta non si attaccasse alla mozzarella filante venivano infilati degli stuzzicadenti a fare da spessore): ora le cose sono diverse, un display a LED chiama i clienti con il loro numero di prenotazione e le scatole in cartone hanno sostituito l'ingegnoso metodo di confezionamento, ma la pizza è sempre buona, seguita al forno da Attilio, figlio di Luigi, fondatore del locale. | |