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Paolo Gorini (www.turismo.provincia.lodi.it) Lodi: personaggi illustri
Numerosi sono i lodigiani che hanno lasciato importanti tracce in vari campi, dalla storia, alla letteratura, alla scienza. Ne ricordiamo alcuni.
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Maffeo Vegio (1407-1458)
Umanista e letterato ritenuto uno dei padri della PEDAGOGIA MODERNA, avendo scritto il "De educatione liberorum" in cui si parla, nell'educazione del fanciullo, di giusto equilibrio tra autorità e autonomia.

Franchino Gaffurio (1451-1522)
E' ricordato soprattutto per una trilogia sulla teoria e la pratica della musica e della composizione. Fu egli stesso musicista, compositore, editore e poeta.

Fanfulla da Lodi
Tito Fanfulla, capitano di ventura, compì gesta eroiche durante la disfida che vide vincenti, il 13 febbraio 1503 a BARLETTA, tredici cavalieri italiani al servizio del re di Spagna su tredici fanti francesi.

Francesco De Lemene (1634-1704)
Poeta arguto è ricordato soprattutto per aver scritto, in dialetto lodigiano, la commedia brillante "La sposa Francesca".

Maria Hadfield Cosway (1759-1838)

Artista cosmopolita ed illuminata educatrice ha fondato, in Lodi, il primo collegio femminile.
"Sono fredda e distante....non incanterò mai a prima vista".
Così scrive di sé, nel suo diari, Mary Hadfield Cosway. Eppure questa inglesina bionda, dai grandi occhi blu, ha navigato con amabilità e perizia nel mondo tempestoso del suo tempo, agitato da grandi, sconvolgenti mutazioni: e l'ha fatto da viaggiatrice esperta - secondo l'uso inglese - da Firenze, suo luogo natale, all'Inghilterra, sua vera patria; dalla Francia "illuminata" e rivoluzionaria - giacobina prima e napoleonica poi - all'Austria della Restaurazione, sino all'approdo in età matura a Lodi, quella più piccola delle città, dove dimostra appieno le sue doti di educatrice, già sperimentate a Lione, aprendo un collegio laico per giovinette che si trasformerà poi - vivente ancora la fondatrice - nell'istituto religioso delle Dame Inglesi.
Se l'autunno é di Lodi, secondo la definizione di Cesare
Angelini, a Lodi Maria Cosway visse nel luogo e nel modo migliore il lungo autunno di una travagliata ed esaltante esistenza: una serena e feconda pace, ricca di buoni frutti, che nell'opera formativa di molte fra le ben nate giovinette di Lombardia (fra esse Vittoria Manzoni) trovò una confortante pienezza. E nella chiesa di Santa Maria delle Grazie in Lodi, ora Mary riposa.
(Dalla premessa di Age Bassi al volume di E. Cazzulani e A. Stroppa, Mary Hadfield Cosway. Biografia, diari e scritti della fondatrice del Collegio delle Dame Inglesi in Lodi, Lodi, 1989)

Agostino Bassi (1773-1856)
Pur laureato in giurisprudenza nutrì una grande passione per le scienze biologiche che lo portò a dimostrare per primo come malattie contagiose fossero dovute a microrganismi patogeni parassitari e come fosse necessaria la disinfezione degli ambienti.

Luigi Anelli (1813-1890)
Sacerdote, patriota e storico, repubblicano convinto, rappresentò la Provincia di Lodi nel governo di Lombardia instaurato dopo le cinque giornate di MILANO (1848). Fu il primo deputato lodigiano al Parlamento.

Paolo GoriniPaolo Gorini (1813-1881)
Nato a Pavia, ma lodigiano d'adozione, matematico e geologo, lega il suo nome soprattutto agli studi sulla cremazione e sulla conservazione dei cadaveri. Fu chiamato a mummificare la salma di Mazzini (1872). Forni crematoi goriniani vennero aperti a Lodi (cimitero di Riolo), Milano (Monumentale), Londra.

Giuseppina Strepponi (1815-1897)
Nata da famiglia lodigiana dedita alla musica, fu grande soprano fino a quando la salute le consentì di calcare le scene. La sua figura è legata soprattutto a Giuseppe Verdi di cui fu seconda moglie e musa ispiratrice.

Francesca Saverio Cabrini (1850-1917)
Fondatrice e Superiora generale delle Monache Missionarie del Sacro Cuore in Italia e all'estero, educatrice e benefattrice, elevata all’onore degli altari.
Francesca Cabrini nacque a Sant'Angelo Lodigiano da una famiglia cattolicissima il 15 luglio 1850.
Poiché nacque settimina la sua salute fu sempre piuttosto cagionevole ed in forte contraddizione con il suo carattere energico e volitivo.
Divenne maestra e insegnò per qualche tempo a Castiraga Vidardo, ma dentro di lei continuava a crescere la vocazione missionaria contrastata però dai parroci che contavano su di lei per le attività parrocchiali.
Dopo varie traversie fondò, nel novembre del 1880, a Codogno, il suo Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù che doveva prodigarsi per il bene delle anime.  Nel 1886 si recò a Roma e il 25 settembre dello stesso anno, nella chiesa del Gesù, all'altare di san Francesco Saverio, fece voto di andare in missione in Oriente e fondò la Casa centrale dell'Istituto.
Il 19 marzo 1888 giunse il decreto papale di approvazione.
In quel periodo stabilì una profonda amicizia con il vescovo di Piacenza, mons. Giovanni Battista Scalabrini, il quale portò alla sua conoscenza il grave problema degli emigrati, avendo fondato egli stesso, nel 1887, un Ordine assistenziale per quei poveri infelici.
Esortata anche da Papa Leone XIII il 31 marzo 1889 partì per New York, con alcune consorelle per intraprendere l'attività che l'avrebbe resa famosa nel mondo intero.  L'Istituto vide moltiplicarsi le vocazioni e le fondazioni oltre che nelle Americhe anche in Europa. Le suore venivano preparate per dirigere scuole, asili, ospedali, orfanotrofi unitamente a opere religiose.
Si visitavano inoltre le famiglie più disagiate, le carceri, le miniere e tutti quei luoghi dove serviva non solo conforto religioso ma anche umano ed economico. Proprio per riuscire al meglio nella sua opera ricevette nel 1909 la cittadinanza americana. Morì improvvisamente a Chicago il 22 dicembre 1917, lasciando 67 fondazioni e 1300 missionarie in tutto il mondo. Il suo corpo è custodito nella città di New York; reliquie importanti si trovano a Chicago e a Codogno. La festa di Santa Cabrini ricorre il 13 novembre.  Proprio per la sua grande opera Pio XI la proclamò Beata il 13 novembre 1938 e Pio XII la canonizzò il 7 luglio 1946. L'8 settembre 1950 lo stesso Pio XII la dichiarò patrona universale degli emigranti.

Carlotta Ferrari (1832-1907)
Compositrice e operista, accompagnava, con melodie che essa stessa componeva, le sue poesie, ispirate alla fede cristiana o a fatti e personaggi del Risorgimento.

Giovanni Gandini (1843-1907)
Ingegnere, insegnante di Fisica e poi preside del Liceo Verri di Lodi, ricevette fama ed onori (una medaglia doro del re Umberto I) per 1’invenzione di un accumulatore che, brevettato in numerosi paesi (dall'Europa agli Stati Uniti), fu utilizzato dalle ferrovie e dall'industria.

Carlo Besana (1849-1929)
Fondatore dell’Istituto Sperimentale di Caseificio, definito l’Università del Latte. Studioso dell'arte casearia e della relativa tecnica sperimentale, conosciuto sia in Italia che all'estero.

Ada Negri   (1870-1945)

Ada NegriConsiderata una delle più importanti poetesse di questo secolo, cantò, in dieci volumi di liriche e nove di prose, Lodi, citta che le diede natali.

Le opere di Ada Negri fanno ormai parte del patrimonio della letteratura e della poesia italiana.
La scrittrice nacque a Lodi il 3 febbraio 1870 (mori' l'11 gennaio 1945 a Milano) in una famiglia di operai. Presto orfana del padre, ebbe nella madre l'unico sostegno della sua dura ma nobile adolescenza. Maestra giovinetta in una scuola di Motta Visconti, fu presto notata per le sue poesie sociali. Chiamata alla cattedra in una Scuola Normale milanese, l'abbandonò per seguire la sua vocazione. Collaborò al "Secolo", al "Corriere della Sera" e ad altri giornali e riviste fra i più importanti d'Italia. Nel 1940 entrò a far parte dell'Accademia d'Italia. Ada Negri ("Dinin") aderì al travaglio della vita come pochi fra gli scrittori del suo tempo inquieto. Anima naturalmente lirica ha saputo, nella maggior parte delle sue opere, trasfigurare con una impronta di originalità le pene, le amarezze, le gioie di una intera generazione. Ricordiamo qui il suo capolavoro: Stella Mattutina (1921); ma anche: Finestre alte (1923); Sorelle (1929); Di giorno in giorno (1933); Erba sul sagrato; le raccolte di poesia: Fatalita' (1892); Tempeste (1896); Maternita' (1904); Il libro di Mara (1918); I canti dell'isola (1924); Vespertina (1931); Il Dono (1936); Fons Amoris (1939-1943).

I Piazza da Lodi
Una tradizione di pittori nel Cinquecento, tre generazioni di artisti.

La scuola pittorica dei "De Tochagni" detti "de la Platea" o Piazza, è il percorso emblematico di una tradizione familiare operante lungo tre generazioni, legate fra loro dal tipico rapporto di organizzazione proprio dell'officina, oltre che della stretta parentela.
Capostipiti ne sono i fratelli Alberto e Martino, originari di Bertonico, un piccolo paese lungo il basso corso dell'Adda. La distinzione delle personalità dei due é stata a lungo controversa e soltanto grazie alle recenti ricerche d'archivio e ad accurati raffronti stilistici é stato possibile delineare con più chiarezza le rispettive fisionomie artistiche.
Il più anziano, Martino, è aperto alla cultura dei leonardeschi, di Bramantino, dei cremonesi e delle incisioni nordiche. Attraverso questi incontri la pittura di Martino si decanta in uno stilismo moderno, lucido, prezioso, sempre raffinato. Il linguaggio di Alberto, nato nel 1490 circa, si connota inizialmente con un fare aspro, arcaicistico, dove a elementi della tradizione pavese si uniscono tratti liguri, per aggiornarsi successivamente a un "protoclassicismo" devozionale che pone Alberto a contatto con l'analoga cultura dell'Italia centrale (Perugino, Raffaello) penetrata attraverso l'Emilia nella padania nei primi anni del Cinquecento.
La seconda generazione è formata dai tre figli di Martino: Callisto, Scipione, Cesare. Tra questi, il personaggio di statura e fama maggiore é Callisto che arricchisce la dinastia familiare con un fecondo apprendistato bresciano a diretto contatto col Romanino e col Moretto: suggestive le umanissime interpretazioni di una religiosità calata nel quotidiano, di influenza veneta.
La terza generazione è rappresentata dal prolungamento delle intuizioni di Callisto nei figli Fulvio e Muzio e negli allievi, figure rimaste nella penombra e che bene illustrano l'affacciarsi del programma devozionale nelle arti figurative, sintomo di un riverberarsi, tra il 1540 e il 1560, della riforma cattolica e della pastorale borromaica, nonché sintomo dell'instaurarsi di un manierismo tardo, ma non arido di successivi sviluppi.

Tratto dal sito: www.turismo.provincia.lodi.it

 

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