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Piazza Unità d\'Italia  - Archivio Generale Comune di Trieste Da visitare a Trieste
I Civici Musei di Trieste, il Museo Revoltella, la Città della Scienza e molto altro ancora.
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I Civici Musei di Trieste sono costituiti da una serie differenziata di Musei che raccolgono testimonianze della storia e della cultura locale. Dai documenti che narrano del passato della città, agli oggetti appartenuti a collezionisti intelligenti e lungimiranti, che chiariscono quali erano i gusti e lo stile di un'epoca, alle realizzazioni architettoniche che attestano particolari momenti storici ma anche l'immaginario coevo, tutti riuniti rappresentano un corpus rilevante per avvicinare e conoscere la città.
Il Civico Museo di Storia ed Arte è situato in via della Cattedrale. Ha avuto origine nell'Ottocento con l'intento di raccogliere il materiale della storia e della cultura della città; conserva materiali archeologi della preistoria e della protostoria locale, accanto alla collezione egizia, a quella dei vasi greci e alle sale dedicate alla civiltà romana.  Vi è annesso l'Orto Lapidario, immerso nel verde che, d'estate, la sera, si anima di proposte culturali. Esso custodisce epigrafi, monumenti e sculture di epoca romana; vi è il tempietto neoclassico con il Cenotafio del celebre Winckelmann. Il Giardino del Capitano conserva sculture, lapidi e iscrizioni di epoca medievale e moderna.

Sempre a San Giusto, nel castello, si trova il Civico Museo del Castello, dove si conserva una ricca raccolta d'armi provenienti da collezioni private confluite ai Civici Musei ai primi del Novecento. Negli ambienti restaurati del Bastione Lalio, il 4 aprile 2001, è stato inaugurato il nuovo Lapidario Tergestino, costituito da iscrizioni, sculture, bassorilievi e frammenti architettonici triestini di epoca romana. Dal 1930 il Castello è di proprietà del Comune, che lo ha attrezzato a scopo turistico e lo utilizza per manifestazioni culturali, spettacoli e mostre temporanee. Visitare il Castello significa conoscere un sito particolarmente interessante dal punto di vista panoramico. Il colle su cui si trova permette una visione della città e del suo territorio a 360° gradi.Palazzo del Governo, trieste - Foto Fabrice Gallina

Il Civico Museo Sartorio e il Civico Museo Morpurgo prendono il nome da prestigiose famiglie triestine che lasciarono al Comune di Trieste i loro palazzi e i preziosi arredi, che ci restituiscono l'immagine della vita quotidiana di una famiglia borghese della Trieste del passato. Il primo è ospitato nella settecentesca villa appartenuta all'illustre famiglia Sartorio, originaria di San Remo. Il primo piano conserva intatto l'arredamento: mobili, quadri, disegni, libri, oggetti vari e tappeti. Al secondo piano è visibile la preziosa collezione dei disegni di Giambattista Tiepolo. Vi sono inoltre conservate la collezione Rusconi-Opuich – circa 2500 opere di pittura, disegni, stampe, gioielli, ventagli, tessuti, argenti e peltri – e la Raccolta d'arte Stavropulos. Socrate Stavropulos, capitano d'industria di origine greca, collezionista e mecenate che visse tra Trieste e Budapest, donò le sue raccolte di pittura e scultura dall'arte antica al Novecento alla città. Il Museo Sartorio è inoltre arricchito da una rassegna di maioliche italiane del Settecento, accanto a esemplari di produzione triestina e inglese. Il secondo ha sede in quello che fu l'appartamento di una ricca famiglia della borghesia imprenditoriale triestina dell'Ottocento. Situato al secondo piano di un edificio eretto in via Imbriani su progetto del 1875 dell'architetto Giovanni Berlam, fu donato nel 1943 al Comune di Trieste per volontà testamentaria di Mario Morpurgo de Nilma, raffinato collezionista. Costituisce uno splendido esempio di casa borghese arredata con sfarzo; gli interni, tutti originali, rappresentano diversi stili storici nel gusto del secondo Ottocento.
Al primo piano dello stesso edificio si trova il Museo Teatrale Fondazione “Carlo Schmidl”, nato dal lascito dell'omonimo editore musicale e incrementato dagli archivi del Teatro Verdi e di alcuni teatri e società teatrali triestine dell'Ottocento e Novecento. Il museo è secondo solo a quello del Teatro alla Scala di Milano per ricchezza di documenti e pubblicazioni. Testimonia la vita musicale di Trieste e dei suoi teatri dal 1801 ad oggi, attraverso manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, quadri, disegni, strumenti musicali, oggettistica, fondi archivistici e manoscritti autografi. Notevole il patrimonio della biblioteca specializzata in musica e spettacolo, oltre a quelli della fototeca e della mediateca. Infine, sempre nello stesso edificio si trova il Civico Museo di Storia Patria, che conserva documenti, cimeli, dipinti, stampe sulla storia e sul folclore cittadino.
In Piazza Oberdan si trova il Museo del Risorgimento ospitato nell'edificio appositamente costruito dall'architetto Umberto Nordio nel 1934 e decorato con affreschi di Carlo Sbisà. Conserva documenti, fotografie, divise, cimeli, dipinti relativi a fatti e personaggi delle vicende risorgimentali locali, dei moti del 1848 alla Prima guerra mondiale. All'esterno si trova il Sacrario dedicato alla memoria di Guglielmo Oberdan (patriota triestino impiccato per avere attentato alla vita dell'imperatore Francesco Giuseppe nel 1882) con la cella del martire e il monumento, opera dello scultore Attilio Selva.
Testimonianza dei fatti tragici della Seconda guerra mondiale è la Risiera di San Sabba, utilizzata, dopo l'8 settembre 1943, come campo prigionia, luogo di smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, di deposito dei beni razziati, di detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione anche un forno crematorio. Nel 1965 la Risiera di San Sabba fu dichiarata Monumento Nazionale con decreto del Presidente della Repubblica e nel 1975 venne ristrutturata su progetto dell'architetto Romano Boico, divenendo Civico Museo della Risiera di San Sabba.
Dei Civici Musei fa parte anche il Museo di Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”, che trae origine dalla collezione di cimeli e oggetti vari dello studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974). Oltre ai mezzi pesanti e all'armamento leggero il patrimonio del Museo comprende una vasta biblioteca e un archivio militare, civile e cartografico. Vi sono inoltre sezioni attinenti alle telecomunicazioni, alla riproduzione fonica, alla sfragistica, alla filatelia, militaria (uniformi e copricapi), stampe, quadri, medaglie e un archivio fotografico notevole per quantità e peculiarità dei soggetti.
Si ricordano inoltre il recente Civico Museo d'Arte Orientale, primo museo che nasce in Friuli Venezia Giulia dedicato specificamente all'arte orientale. Ospita collezioni e oggetti d'arte orientale, come porcellane cinesi e giapponesi, una ricca raccolta di xilografie giapponesi e anche memorie e ricordi di viaggio, armi, strumenti musicali, testimonianze di vario tipo e reperti di carattere etno-antropologico, provenienti da tutta l'area asiatica, in particolare dalla Cina e dal Giappone.
Infine fa parte della rete dei Civici Musei il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, aperto nel 1997, presso il Palazzo delle Poste (arch. F. Setz), il cui intento è quello di valorizzare le testimonianze della “cultura postale” del Friuli Venezia Giulia e delle nazioni limitrofe appartenenti al bacino dell'Europa centrale.

Il Museo Revoltella
Il Museo Revoltella è un'importante galleria d'arte moderna nata dallo sviluppo di un'istituzione fondata nel 1872 per volontà del barone Pasquale Revoltella (1795-1869) che nel suo testamento dispose di lasciare alla città di Trieste il suo palazzo e la sua collezione d'arte.
Assieme all'edificio e agli oggetti che conteneva, egli lasciò in eredità al museo una cospicua rendita che permise di aumentarne di anno in anno il patrimonio e costituire in poco tempo considerevole raccolta d'arte, in cui già alla fine dell'ottocento figuravano celebri autori italiani quali Hayez, Morelli, Favretto, Nono e Palizzi, e anche molti altri stranieri. Nel corso di questo secolo il Museo Revoltella si è sviluppato ulteriormente diventando un'istituzione culturale sempre più prestigiosa e un significato riferimento per l'arte moderna e contemporanea, non solo per l'arricchimento ulteriore della collezione – dove sono entrati quasi tutti i nomi più significativi del novecento italiano, tra cui Casorati, Sironi, Carrà, Morandi, De Chirico, Manzù, Marini Fontana e Burri – ma anche per le mostre che hanno contribuito, per mezzo di apporti scientifici di altissimo livello, alla valorizzazione e alla conoscenza dell'arte degli ultimi due secoli. Inoltre il museo si è ampliato, acquisendo il vicino Palazzo Brunner, dove, attraverso una lunga opera di ristrutturazione, iniziata nel 1968 su progetto di Carlo Scarpa, interrotasi più volte e terminata nel 1991, sono stati ricavati nuovi spazi espositivi per la galleria d'arte moderna. Oggi il museo occupa un vasto complesso edilizio, costituito da tre corpi che formano un intero isolato delimitato dalla piazza Venezia e dalle vie Diaz, Cadorna e San Giorgio. La Palazzina Basevi, cioè il terzo edificio, affaciato sulla via San Giorgio, ospita la direzione e gli uffici amministrativi. Il Palazzo Revoltella, costruito nel 1858 su progetto di Friedrich Hitzig e abitato da Pasquale Revoltella fino alla morte, avvenuta nel 1869, è composto da tre piani da un grande scalone elicoidale e conserva quasi tutti gli arredi originali e le opere della collezione Revoltella. Dal secondo piano si accede alla galleria d'arte moderna, dove è esposta una selezione di oltre 200 opere dell'ottocento e del novecento.

La Città della ScienzaArea Ricerca Trieste
Trieste può essere considerata oggi una e vera propria “capitale scientifica”. E' stato soprattutto nel secondo dopoguerra che si è compiuto un significativo sforzo per lanciare la città come centro di spicco per la produzione di cultura scientifica rivolto ai paesi in via di sviluppo, ma anche, significativamente, ai paesi dell'Europa centrale e orientale. Partendo dall'idea che la scienza più avanzata fosse indispensabile per far uscire il Terzo Mondo dal sottosviluppo, nacque nel 1964 il Centro Internazionale di Fisica Teorica (CIFT-ICTP), alla cui direzione fu chiamato il Prof. Abdus Salam, pakistano, che avrebbe ottenuto quindici anni dopo il Premio Nobel per la Fisica.
Il Centro è sostenuto da due agenzie specializzate delle Nazioni Unite, l'International Atomic Energy Agency e l'UNESCO, ma il grosso dell'impegno finanziario è fornito dal governo italiano. Il Centro ha contribuito alla formazione avanzata di circa settantamila scienziati provenienti principalmente dai paesi in via di sviluppo. Successivamente fu creata la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), che offre solo corsi di dottorato in lingua inglese con un corpo docente e discente internazionale cha ha acquistato una reputazione di eccellenza scientifica.

Il grande sviluppo della genetica molecolare degli anni '70 indusse a promuovere la creazione di un centro di eccellenza per la ricerca e la formazione nel campo dell'ingegneria genetica e biotecnologica, rivolto alla soluzione dei principali problemi dei paesi del Terzo Mondo (alimentazione, salute e sviluppo economico). Nacque così nel 1987 l'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), un'organizzazione internazionale autonoma che ha in Trieste la sede della direzione generale e di uno dei suoi due laboratori (l'altro ha sede a New Delhi). Anche questo centro, che è finanziato principalmente dal governo italiano e ospita 150 ricercatori di oltre trenta diversi paesi, si è affermato per l'eccellenza della sua attività scientifica.
Negli stessi anni il governo italiano decideva di localizzare a Trieste un nuovo Laboratorio di Luce di Sincrotrone nazionale dedicato alla produzione di raggi X per studi di struttura della materia e di biomolecole. Il realizzatore e primo Presidente di ELETTRA,  è stato il Prof. Carlo Rubbia, che pure ottenne il Nobel per la Fisica in quegli stessi anni.  ELETTRA, insieme all'ICGEB e a diverse altre strutture di ricerca, è situato in *AREA Science Park*, il principale parco scientifico italiano.  Completano il quadro del panorama scientifico triestino altre istituzioni scientifiche, già presenti storicamente, nella città, quali l'Università, l'Osservatorio Astronomico dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), l'Isituto di Scienze Marine del CNR, il Laboratorio di Biologia Marina, cui si aggiunge l'esposizione museale interattiva del Science Centre Immaginario Scientifico.  Come si vede, è presente a Trieste un complesso di istituzioni di ricerca, alcune delle quali con una forte valenza internazionale, che giustificano la reputazione ormai acquisita della città di una vera e propria “Capitale della Scienza”.

Miramare
Al termine della Strada Costiera, arrivando da Venezia, si può notare sulla punta di un promontorio il Castello di Miramare. Parco e Castello sorsero per volontà di Massimiliano d'Asburgo, fratello dell'imperatore Francesco Giuseppe.
Nato nel 1832 a Vienna, Massimiliano giunge a Trieste per la prima volta nel 1850 e, divenuto contrammiraglio della flotta austriaca, decide di stabilirsi in città. Individua nel promontorio di Miramare il sito dove stabilire la propria dimora; pertanto affida la realizzazione di un castello a Carl Junker (1856) indicandogli linee progettuali ben precise. Il Castello è in stile eclettico: vengono impiegati motivi medievali con l'arco a tutto tondo e modi neogitici con elementi ad arco acuto. Nel 1860 Massimiliano e la sua giovane consorte, Carlotta del Belgio, entrano nella nuova residenza. Nel 1864 però la coppia salpa da Miramare per il Messico, paese allora dilaniato da gravi contrasti interni, la cui corona fu offerta a Massimiliano: egli però verrà fucilato a Quèretaro nel 1867. Carlotta, rientrata pochi mesi prima in Europa, comincia a dare segni di squilibrio mentale: si ritira dapprima nel Castelletto del parco ma poi si traferirà in Belgio, dove morirà nel 1927. Il Castello sarà abitato dalla coppia solo quattro anni.
Il piano terra è riservato agli appartamenti destinati a Massimiliano e Carlotta. Viene ultimato nel 1860 e l'assetto interno rispecchia le tendenze dell'epoca, che i decoratori Franz e Julius Hofmann esprimono secondo le indicazioni del committente.  La visita inizia con la stanza da letto di Massimiliano, la cosiddetta cabina e lo studio Novara che imitano analoghi spazi a bordo delle navi della Marina austriaca. L'appartamento di Massimiliano termina con la biblioteca, ricca di oltre 7.000 volumi, in parte esposti e in parte in deposito.
Segue l'appartamento di Carlotta. Nella stanza ricavata nella torretta, un quadro di Jean portaels la ritrae (1857): di fronte è esposto il fortepiano sul quale Carlotta suonava. Dopo la stanza da letto e lo spogliatoio si giunge in una sala che presenta tavole acquarellate, che narrano le vicende costruttive del castello, e le foto tratte dall'album di Massimiliano. La Cappella e la Sala della Rosa dei Venti concludono la visita al piano terra, l'unico abitato della coppia.
Attraverso lo scalone d'onore, che consente di ammirare il golfo verso Trieste e verso Duini, si giunge al primo piano dove si accede ad alcune stanze ristrutturate negli anni Trenta per ospitare il duca Amedeo d'Aosta e la sua famiglia. Gli ambienti sono arredati secondo il il gusto razionalista e conservati sino a oggi con i mobili originali. Il primo piano, la zona destinata agli ospiti, viene ultimato verso il 1870 ed è in stile neorinascimentale e neobarocco, tipico della moda del Secondo Impero. Dal ballatoio iniziano le sale di rappresentanza, fra le quali spiccano la Sala dei Regnanti, la Sala delle Udienze, i Salotti Orientali, la Sala Storica e infine la Sala del Trono. Dal piazzale del Castello si può apprezzare l'estensione del Parco che copre ben 22 ettari. Il promontorio venne acquistato da Massimiliano con l'idea di rendere rigoglioso quell'ambiente carsico. Grazie a vari progetti di bonifica, il sito è un giardino esuberante ricco di piante rare ed esotiche. Costruzioni con destinazioni diverse arrichiscono il Parco: all'ingresso principale le Scuderie, uno spazio ora adibito a mostre; verso l'uscita di Grignano il Castelletto, abitato da Carlotta al suo ritorno dal Messico nel 1866, oggi centro visite della Riserva Naturale Marina di Miramare.

Chiesa a San Giusto, Trieste - Foto Maurizio Valdemarin

 

Edifici e Culti religiosi
Se si osserva Trieste dall'alto ciò che colpisce è un ricco tessuto architettonico formato da tetti rossi e bruni, da cupole alte e blu, da elevate guglie e svettanti campanili. Una possibile lettura di Trieste passa anche attraverso la varietà di stili, di culti e di religioni presenti sin dall'inizio del suo sviluppo. Cattolici, Ebrei, Ortodossi, Protestanti possiedono in città un proprio edificio simbolo, perchè qui si sono incontrati, hanno lavorato vivendo in armonia, evidenziando l'impronta multietnica e multiculturale della città, resa possibile da lungimiranti atti politico-economico-religiosi dell'Impero Austro-ungarico. L'itinerario proposto parte dal nucleo originario della città, con la Cattedrale di San Giusto prosegue scendendo dal Colle Capitolino sino alla medievale Chiesa di San Silvestro poi, passando accanto al Teatro Romano e superando Piazza dell'Unità, propone il fronte mare, con le chiese di San Nicolò, San Spiridione, Sant'Antonio Nuovo e, infine, porta alla Chiesa Evangelico Luterana per concludersi, in piazza Giotti, con il Tempio Israelitico.

Ringraziamo l'Agenzia di Informazione e di Accoglienza Turistica di Trieste per i testi gentilmente concessi e parte delle immagini qui pubblicate. La restante parte delle immagini, prodotte dall'Ufficio Immagini, sono pubblicate per gentile concessione dell'Archivio Generale del Comune di Trieste

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