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Merletto a tombolo Il Cuore dell'Abruzzo
L'artigianato racconta la vita e l'attività delle comunità e nasce da tradizioni secolari: l'uomo ha modellato, trasformato quello che la natura gli offriva. Molto sentite in Abruzzo sono le feste e le sagre che si svolgono in ogni mese dell'anno.
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L’artigianato artistico

Come tutte le regioni affacciatesi solo da un cinquantennio alla modernità, anche l’Abruzzo conserva una ricca e variegata tradizione artigiana: ferro battuto e rame, tessuti e merletti, arti del legno e della pietra, oreficeria e maiolica. Fra tutte le espressioni dell’artigianato artistico, primeggiano per originalità e qualità altissima soprattutto l’oreficeria e le arti del merletto e della maiolica. A Pescocostanzo e a Scanno si producono raffinatissimi merletti al tombolo, la lavorazione del merletto a tombolo è l'espresssione  più alta dell'artigianato artistico abruzzese. Quali siano l'origine di tale tradizione resta  ancora problema irrisolto da parte di storici e ricercatori, anche se in alcuni casi essa è riconducibile al flusso di maestranze lombarde registrato nella regione dopo la prima metà del '400. La  tradizione del merletto è ancora viva in alcuni centri dell'Abruzzo, che assicurano continuità a quest'arte.Merletto a tombolo - Archivio di Abruzzo Promozione Turismo

Una tradizione ancora tanto viva in Abruzzo, che ha conservato un forte legame con il passato e l'oreficeria: la produzione di tipo tradizionale  è caratterizzata, nel tempo, dalla realizzazione di manufatti in filigrana ma anche dalle tecniche della fusione, dello sbalzo e del cesello. Botteghe e nuovi laboratori continuano a produrre preziosi manufatti. Gli esemplari tradizionali sono: la "cannatora", collana girocollo che viene realizzata sia con vaghi in filigrana, che in lamina stampata a sbalzo e decorata con piccoli granuli sovrapposti; le "ciarcèlle" o le "sciacquajje" orecchini a navicella lavorati a traforo, che mostrano figure centrali come mascheroni, uccelli e motivi floreali, allusivi di prosperità e benessere (Pescocostanzo e Scanno); la "presentosa", un medaglione a forma di stella laminato e filigranato, con al centro due cuori, simbolo e promessa di amore. In alcuni centri di produzione la lavorazione della filigrana è privilegiata, come a Pescocostanzo, Guardiagrele e Sulmona, in altri la preferenza va alla micro-fusione ed è utilizzato anche l'argento come a Scanno, derivando i gioielli scannesi dagli accessori (bottoni e fermagli vari) dell'antico costume femminile e dell'abbigliamento maschile; i numerosi amuleti realizzati in filigrana, spesso in argento, che in passato erano riservati al mondo dell'infanzia  (la ranocchiella, San Donato, la chiave, il crescente lunare, la stella, il cuore, il cornetto). Anche L'Aquila, dove l'arte orafa nei secoli scorsi ha avuto un ruolo importante, continua ad essere un centro di produzione.

La maiolica, altra produzione tipica dell’Abruzzo sin dal Medioevo, ha la sua capitale in Castelli, che è stato per secoli uno dei più importanti centri di produzione d’Europa; i suoi pezzi rinascimentali e barocchi, un tempo ricercati e ambiti dalle principali corti principesche d’Europa, arricchiscono oggi le collezioni dei più importanti musei del mondo.  La maiolica, produzione tipica di molti paesi d'Abruzzo sin dal Medioevo, ha la sua capitale in Castelli, il piccolo borgo  sul versante settentrionale del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, che è stato per secoli uno dei più importanti centri di produzione d'Europa. I suoi pezzi rinascimentali e barocchi, un tempo ricercati e ambiti dalle principali corti principesche d'Europa, arricchiscono oggi le collezioni dei più importanti musei del mondo. La fama di Castelli può ben dirsi unica proprio per l'alto valore artistico e culturale raggiunto. Ad introdurre intorno al XII secolo quest'arte probabilmente furono i monaci benedettini, primi feudatari della Valle Siciliana, e che successivamente insegnarono agli abitanti del paese ad utilizzare l'argilla, una risorsa di questa terra, per realizzare oggetti di ceramica. Appena sopra il paese si trova il Convento dei Minori Osservanti, che ospita il Museo della Ceramica dove si conservano alcuni interessanti oggetti della scuola delle famiglie Grue, Gentile e Cappelletti. A Castelli ha sede l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica, una scuola specializzata per l'apprendimento di quest'arte e delle sue tecniche di produzione.

Il folclore

In ogni stagione dell’anno e in ogni città e paese d’Abruzzo, nell’arco dei 12 mesi è un susseguirsi di tradizioni e feste del folclore, che coinvolgono le intere comunità.  Per il visitatore essi costituiscono non solo occasione di divertimento (con le bande, i giochi popolari, gli “spari”, cioè i fuochi pirotecnici, che generalmente si protraggono fino a notte fonda) ma anche un momento di intensa fascinazione nella “scoperta” di riti ancestrali come “le farchie” di Fara Filiorum Petri o “i serpari” di Cocullo.

Il ciclo delle tradizioni popolari si apre a primavera con le sacre rappresentazioni della Settimana Santa. La domenica di Pasqua, a Sulmona, si svolge invece la rappresentazione della “Madonna che scappa”: la sacra manifestazione ha infatti il suo momento “clou” a mezzogiorno di Pasqua nella suggestiva ed ampia piazza Garibaldi, allorché la Vergine “corre” incontro al Figlio risorto.

Il filo rosso che lega il folclore e le tradizioni popolari abruzzesi alla storia ed alla cultura della sua gente è ancora più evidente nelle rappresentazioni che si susseguono nel mese di maggio, soprattutto quelle legate al culto di S. Domenico, che si svolgono a Villalago, Pretoro, Palombaro, Villamagna, Lama dei Peligni, Pizzoferrato. Ma è a Cocullo che si tiene, il primo giovedì del mese, quella più spettacolare, filmata da tutte le televisioni del mondo, nel corso della quale la statua del santo viene portata in processione letteralmente ricoperta da serpenti. Sempre in maggio, il lunedì di Pentecoste, a Loreto Aprutino si celebra da secoli il rituale di origine pagana della genuflessione del bue, che dal ’700 è stato associato alla festa di S. Zopito, patrono del paese.

L’estate è tutta un fiorire di feste patronali, sagre gastronomiche, suggestive processioni sul mare (che si svolgono in quasi tutti i centri costieri). La manifestazione estiva più importante è quella che si svolge il 28 e 29 Agosto a L’Aquila: La Perdonanza Celestiniana, cui partecipano pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

Le manifestazioni invernali hanno come comun denominatore il fuoco, col suo valore magico e propiziatorio. Grandi fuochi vengono accesi durante tutto il solstizio d’inverno, per scaldare la “madre terra” e per rischiarare le lunghe e gelide notti dei paesi abruzzesi. L’effetto è magico, poiché l’atmosfera che si crea proietta chi si trovi a vivere l’esperienza in una dimensione di sogno, dove il tempo si ferma. Così è a Scanno, dove l’undici novembre, festa di S. Martino, vengono incendiate le Glorie; a Pescasseroli la notte di Natale, quando sulla piazza antistante la chiesa si accende la Tomba; ad Alfedena e Ateleta, dove il 17 gennaio, festa di S. Antonio Abate, si accendono enormi falò in piazza; o a Fara Filiorum Petri, dove, sempre in onore di S. Antonio Abate, protettore del focolare e degli animali, il 16 gennaio vengono incendiate le Farchie, enormi torce di canne.

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