Golf : Archivio fotografico Alexala - Foto Massimiliano Navarria Guida alla città di Alessandria
Alessandria, capoluogo di Provincia, è situata nel lembo sud-orientale del Piemonte, è al centro del triangolo industriale formato da Milano, Torino e Genova. E' terra di castelli, ville ed antiche dimore patrizie.
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LA STORIA - La data di fondazione si fa risalire al 1168, anno in cui gli abitanti dei villaggi di Rovereto, Marengo, Bergoglio, Gamondio, Solero, Foro, Oviglio e Quargnento si sarebbero riuniti per edificare una città chiamata Alessandria in onore di Papa Alessandro III.   Nel 1171 la nuova città era parte integrante dello schieramento guelfo e l'imperatore Federico I Barbarossa, nella sua quinta discesa in Italia, la cinse d'assedio per diversi mesi tra il 1174 ed il 1175, prima di concederle una tregua. Nel 1183 Alessandria ottenne un riconoscimento ufficiale, ma dovette accettare, con la potestà imperiale, l'imposizione di pedaggi e regalie ed il nuovo nome di "Cesarea".
Grande importanza nella vita di Alessandria durante l'epoca medioevale ricoprì la presenza del movimento religioso degli Umiliati che, a partire dal XII secolo rivestì un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'attività di lavorazione della lana (in via Lumelli n.13/17 è ancora visitabile il Tinaio degli Umiliati, quanto resta dell'imponente complesso monastico degli Umiliati di San Giovanni del Cappuccio, uno dei centri alessandrini dell'ordine. La sala sotterranea, recentemente restaurata, ospitava probabilmente uno dei laboratori monastici).

Nel corso del secolo XIII, le guerre teritoriali contro il marchese di Monferrato e la città di Asti, insieme, con le lotte intestine fra famiglie guelfe e ghibelline, impegnarono la comunità di Alessandria, la cui organizzazione politica interna si consolidò con l'istituzione dell'Anzianato e del Consiglio dei Sapienti, mentre la borghesia delle arti e dei mestieri rafforzava il suo potere rispetto alla nobiltà terriera di origine feudale. Alla fine del Duecento Alessandria subì il predominio di Carlo d'Angiò e più tardi di Guglielmo VII del Monferrato fino a quando, nel 1316, i capi guelfi e ghibellini si sottomisero a Matteo Visconti, accettando la signoria della potente famiglia milanese sulla città. Sotto l'influenza del ducato visconteo la città riorganizzò la proprie istituzioni politiche e le proprie forze economiche, ma venne coinvolta nei conflitti che opponevano i signori milanesi alle altre potenze italiane ed europee: la guerra contro Carlo VI di Francia vide, nel 1391, due alessandrini, Iacopo Dal Verme ed Andreino Trotti, guidare vittoriosamente le truppe viscontee contro l'esercito francese; in ricordo della vittoria contro le truppe del conte di Armagnac del 25 luglio 1391, giorno di San Giacomo venne eretta la Chiesa di San Giacomo della Vittoria, situata nella via omonima.

Nel 1404 la città venne invasa dal casalese Facino Cane che si impadronì di parte del territorio visconteo e solo alla sua morte, il matrimonio di Filippo Maria Visconti con la vedova, Beatrice Tenda, consentì alla famiglia milanese il recupero del ducato e dei territori alessandrini. La morte di Filippo Maria nel 1447 segnò la fine della signoria viscontea ed il passaggio di Alessandria nella mani di Francesco Sforza. A fine secolo il declino della signoria sforzesca coincise con una cruenta ripresa della attività belliche: la città venne saccheggiata nel 1499 dalle truppe francesi, occupata nel 1512 dall'esercito di Massimiliano Sforza, invasa dai francesi nel 1522. Coinvolta nelle guerre fra Spagna e Francia, nel 1525, Alessandria entrò a far parte dei domini di Carlo V (unico edificio superstite di età spagnola è la Chiesa della Beata Vergine del Monserrato, eretta su iniziativa del governatore Matheo de Otanez: nella nicchia di ingresso si trova l'affresco raffigurante la Madonna di Monserrato e sul tabernacolo è collocata la Madonna Nera attribuita ad artista spagnolo del XVII secolo). Le strutture del governo spagnolo rimasero in vigore nel corso del secolo XVII, anni in cui la città rafforzò il proprio ruolo di scambi commerciali per i mercati genovesi, tortonesi e pavesi e di importante piazzaforte militare. La presenza spagnola si concluse nel 1706, quando le truppe sabaude entrarono in città. Il trattato di Utrecht, che nel 1713 poneva fine alla guerra di successione spagnola, sancì il passaggio di proprietà del territorio alessandrino al ducato di Savoia prima ed al regno di Sardegna poi, avviando la riorganizzazione della vita politica alessandrina attraverso l'istituzione delle figure del governatore e dell'intendente, aprendo una stagione di riforme generali dell'amministrazione civica e della beneficenza pubblica con il consolidamento del sistema di fortificazioni.

Nel XVIII secolo si affermò il ruolo strategico di Alessandria nella difesa del Monferrato ed i monarchi sabaudi ne sottilinearono la rilevanza con la costruzione di un importante sistema di fortificazioni che prevedeva, a partire dal 1728, l'abbattimento dell'antico borgo di Bergoglio e l'edificazione di una possente Cittadella esagonale progettata dall'ingegnere Ignazio Bertola: la Cittadella, con la sua massiccia struttura a pianta stellata, rappresenta uno degli esempi europei più interessanti di architettura militare settecentesca. Fu voluta dal Vittorio Amedeo II e terminata nella seconda metà del XVIII secolo. Tutte le fortificazioni ebbero notevole importanza durante i conflitti settecenteschi ed in particolare durante la guerra di successione austriaca che vide i Savoia alleati degli austriaci per contrastare l'egemonia franco-spagnola. L'estensione, da parte dei governanti sabaudi, di un controllo più razionale sul territorio provinciale, con il nuovo regolamento delle amministrazioni locali, la compilazione del catasto e l'istituzione del Real Consiglio di Giustizia condusse al rinnovamento dell'Amministrazione periferica.
Notevole fu la modificazione dell'assetto urbanistico, legata alla costruzione di nuovi edifici pubblici: Palazzo Comunale, Teatro Civico, i locali per le fiere ed i fabbricati dell'Ospedale, oltre alle trasformazioni dell'edilizia religiosa (Chiesa dei Santi Alessandro e Carlo, la Chiesa di San Giovannino). Alessandria, centro di intensi traffici commerciali tra Lombardia e Liguria, vide la propria popolazione accrescersi sensibilmente, raggiungendo i 15.000 abitanti.
A seguito della sconfitta subita ad opera di Napoleone Bonaparte nel 1796, Vittorio Amedeo III sottoscrisse l'armistizio di Cherasco e cedette ai francesi la Savoia, Nizza, le fortezze di Cuneo, Tortona ed Alessandria; Bonaparte tornò dopo la Battaglia di Marengo (a cui la città ha dedicato un Museo) ma il quindicennio di governo francese si concluse nel 1814 quando le truppe austriache si impadronirono della città.  Dopo la proclamazione del Regno d'Italia la città, diventata nel frattempo capoluogo di provincia, conobbe, nella seconda metà dell'Ottocento, le prime fasi dello sviluppo industriale che avrebbe contrassegnato la storia economica alessandrina del diciannovesimo secolo. L'industria trainante della città divenne il cappellificio di Giuseppe Borsalino che, nel 1910 occupava ben 2000 operai.   BorsalinoNell'ultimo ventennio del '800 la città fu oggetto, sotto la guida del'ingegnere Ludovico Straneo, di un notevole rinnovamento urbanistico, contraddistinto dall'espansione verso ovest, dall'abbattimento dei rioni degradati, dallo smantellamento della cerchia delle mura, dall'impulso deciso all'ampliamento delle vie di comunicazione; di questo periodo la realizzazione di piazza Garibaldi, un ampio spazio scenografico tra la città ed i giardini della stazione.


L'antico impianto urbanistico medievale, pesantemente stravolto nel corso del Settecento e delle innovazioni urbanistiche dell'800, subì ulteriori modificazioni nel corso del Novecento. I gravi danni subiti nella seconda guerra mondiale modificarono il volto di alcune zone della città. A partire dalla ricostruzione, Alessandria si espanse con la creazione di nuovi quartieri residenziali: del Novecento si segnalano il Dispensario Antiturbercolare, progettato da Ignazio Gardella e realizzato tra il 1936 ed il 1938, una delle opere più originali dell'architettura italiana contemporanea, la Casa degli Impiegati della Borsalino, capolavoro dell'architettura degli anni '50 ed il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi, un esempio di razionalismo con una significativa testimonianza dell'uso di materiali autarchici; la facciata è stata decorata con mosaici di Giorgio Severini che illustrano l'evoluzione della posta e del telegrafo; all'interno, nell'originaria sala di scrittura, compare la pittura murale di Giulio Rosso.

IL PATRIMONIO STORICO ED ARCHEOLOGICO - E' in un tempo remoto, prima dell'avvento della Roma dominatrice del mondo, che inizia la storia del territorio di Alessandria. Se le testimonianze degli scavi effettuati in Val Curone e a Tortona, due dei cinque importanti siti archeologici del territorio, attestano la presenza di insediamenti umani risalenti ad un'epoca preromana che giunge fino all'età del bronzo; è comunque con i romani che inizia lo sviluppo urbano ed economico dell'alessandrino.
Il ritrovamento di un tratto della via Fulvia a Villa del Foro, gli scavi operati a Libarna a Serravalle Scrivia, così come i reperti di Acqui Terme, dimostrano che sotto il dominio di Roma la provincia iniziò ad assumere la funzione di area strategica e di importante via di comunicazione.
In tempi più recenti l'alessandrino fu terra di conquista, come testimoniano le strutture militari, ma anche un importante centro di spiritualità. Sin dal Medioevo infatti, numerosi pellegrini provenienti dall'Europa attraversavano la provincia, lungo la via Franchigena, per raggiungere Roma e la Terrasanta ed alcuni ordini minori trovarono rifugio e sede sul territorio di Alessandria. Molte sono le strutture religiose risalenti a quest'epoca e sopravvissute ai secoli: la Sinagoga degli Argenti con il Museo di Arte e Storia Ebraica ed il Museo dei Lumi; l'Abbazia di Rivalta Scrivia a Tortona, la Casa Natale ed il Museo di San Paolo della Croce ad Ovada.  
Terra di confine, attraversata per secoli da eserciti, pellegrini e commercianti, la provincia di Alessandria conserva intatti i segni della sua storia. A ricordo di un passato tumultuoso, fatto di conquiste ed invasioni, in ogni borgo si possono ancora scorgere mura massicce, torri e profili merlati. I castelli del territorio sono molto numerosi: cinquantaquattro manieri che aprono i pesanti battenti per svelare ai visitatori i loro segreti e le loro leggende tra la primavera e l'autunno in occasione della manifestazione "Castelli Aperti".

NATURA, SPORT E BENESSERE - Le valli dell'alessandrino sono caratterizzate da una vegetazione varia ed incontaminata, popolata da un gran numero di specie animali.   TartufiTra le centinaia di specie erbacee degne di nota si può trovare la più rara delle orchidee spontanee detta "scarpetta di Venere" ed altri generi della stessa famiglia ed inoltre una grande varietà di funghi: porcini, colombine, ovuli, prataioli, mazze da tamburo; il tesoro più ambito del bosco è il tartufo bianco, noto per le sue qualità organolettiche.   Scomparsi l'orso, la lince ed il lupo, non mancano tuttavia le occasioni per imbattersi in animali selvatici anche di grosse dimensioni: faine, donnole, puzzole, scoiattoli, ghiri, talpe, ricci, lepri, daini, caprioli e cinghiali.  Il clima è di tipo continentale, con escursioni termiche stagionali piuttosto elevate e risente ovviamente dell'orografia e della distanza dal mare.
Le vallate conservano ancora oggi i ritmi e le atmosfere legate ad una vera civiltà contadina evolutasi, per fortuna, nel pieno rispetto delle tradizioni; gli amanti della natura, oltre alla presenza del Parco Regionale di Capanne di Marcarolo, troveranno sentieri attrezzati e percorsi immersi nel verde; le acque dei torrenti, limpide e pure sono balneabili in tranquillità e sicurezza. Tra gli sport praticabili nelle valli vi sono: pesca sportiva, raccolta funghi, equitazione, cicloturismo, orienteering, mountain bike, down hill, inoltre, in questa provincia tra le colline ed il mare sono stati costruiti ben 5 campi da golf a creare un circuito che attira golfisti da ogni luogo.   Sulle tracce dell'antico municipio romano di Aquae Statellae oggi sorge Acqui Terme, città da secoli nota per le acque terapeutiche e salutari che l'hanno resa uno dei centri termali più famosi della penisola.

Proprio nel cuore della città, in una piccola ed accogliente piazza, si erge la famosa "Bollente", una fontana dalla qualeVini sgorgano ogni minuto 560 litri di acqua a 75°C: meta di quanti sono alla ricerca di un benessere naturale, capace di ritemprare corpo e mente, Acqui Terme inizia la sua storia di città termale al tempo dell'Impero Romano. Primi a scoprire che le sorgenti di acqua calda che sgorgavano dalla terra possedevano proprietà salutari, i Romani costruirono piscine e terme, dando vita ad una località di soggiorno e villeggiatura. Ancora oggi, in un secolo in cui la medicina ha fatto passi da gigante, le proprietà curative delle acque salso-bromo-iodiche-sulfuree ed i fanghi rimangono indiscusse sia per l'uso terapeutico che per i trattamenti estetici.

ENOGASTRONOMIA - La provincia di Alessandria è "terra buona", sopratutto da gustare, con i suoi tesori gastronomici che danno vita ad una cucina ricca e genuina, capace di far riscoprire sapori ed aromi dimenticati. Per gli appassionati l'autunno regala più di un'occasione per farsi inebriare dall'intenso profumo di funghi e tartufi, festeggiati nelle numerose sagre e feste in loro onore. La zona è inoltre importante per la produzione di vini e motivo di orgoglio per tutto il Piemonte con i suoi vini rari (Carica l'Asino e Timorasso) così come le altre 37 produzioni DOC e DOCG, fra cui ricordiamo il Barbera, il Dolcetto, il Grignolino, il Cortese, il Moscato Bianco ed il Brachetto. La tradizione gastronomica della zona di Alessandria e Casale prende origine dal Monferrato. Agnolotti al brasato, Pollo Marengo, stufati di carne mista, la tradizionale "Bagna Cauda" (a base di verdure cotte o crude, servite con una salsa di acciughe, burro ed aglio), focacce, pane e grissini, risotti e formaggi dal gusto indimenticabile; ogni paese ha poi la sua particolare specialità dolciaria, ricette segrete tramandate da numerose generazioni di pasticceri: baci di dama, canestrelli, amaretti, polentine di Marengo, Krumiri (tradizionali biscotti a forma di "V" in onore dei baffi di Vittorio Emanuele II).

Testi a cura dell'Assessorato ai Beni, Attività Culturali e Turismo della Città Di Alessandria e dell'Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale della Provincia di Alessandria Consorzio.

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