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I giardini della Villa Reale Storia di Monza
La città di Monza sorse dai suoi primitivi insediamenti abitativi lungo le rive del Lambro, abitate allora da stirpi celtiche romanizzate attorno al 50 a.C. quando Cesare iniziò la sua politica di espansione..
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l nome, pur nel contrasto di varie teorie, dovrebbe essere la risultante dell'antica Modicia (Modoicum, Moedicia, Modoetia, Monscia) o Maguntia, da cui presto Munscia e Monza.

Monza divenne un vicus romano, con abitanti dediti alla pastorizia, all'agricoltura ed alla pesca: il periodo romano è testimoniato dalla presenza di numerosi reperti archeologici come ponti, acquedotti, strade e loro antiche denominazioni. In questo periodo venne edificato il Ponte di Arena, il più grande ponte della Lombardia, lungo 70 metri e largo 4, in seguito sostituito dal Ponte dei Leoni.  L'avvento delle orde barbariche vede divenire Monza residenza estiva di imperatori.

L'arengario di Monza

L'arrivo dei Longobardi nel territorio di Monza, intorno al 585, corrisponde ad un periodo di grande splendore: Autari, e soprattutto sua moglie, la regina Teodolinda, rendono Monza un centro politico, culturale e religioso di primaria importanza. Teodolinda fece innalzare nel 595 la Basilica di San Giovanni Battista, ora Duomo, dove avvenne il battesimo del figlio Adaloaldo e dove è conservata la sua cripta e altri preziosi tesori, tra cui la famosa Corona Ferrea che cinse il capo di numerosi sovrani e imperatori, tra cui Carlo Magno, Federico Barbarossa e Napoleone. 

L'arrivo dell'imperatore Federico Barbarossa, nel XII secolo, riscattò la città dalla sudditanza del comune di Milano, geloso della sua autonomia e del suo splendore: Monza continuò a prosperare e ad accrescere la propria importanza, soprattutto economica che si basava sull'artigianato, in special modo sulla lavorazione della lana. In questo periodo venne costruito l'Arengario, simbolo del potere politico ma, la partenza e la morte del Barbarossa causò la perdita dell'indipendenza e Monza fu riassoggettata a Milano.

Durante la lotta tra le due famiglie milanesi dei Torriani e Visconti (nel XIV secolo) Monza scelse prima di appoggiare i secondi ed in seguito di diventare ghibellina. Nel 1322 Monza fu occupata, saccheggiata e cadde in mano ai Visconti: a scopo difensivo vennero erette le mura (abbattute nell'Ottocento), il castello e la biforcazione del fiume Lambro al centro della città. La Torre Viscontea, voluta da Galeazzo Visconti per scopi difensivi, diventò una terribile prigione detta “Forni” dove egli stesso, in seguito, venne rinchiuso con tutta la sua famiglia. Arte e cultura però non vengono meno in tempi di lotte tra signorie: Matteo Visconti promuove la ricostruzione del Duomo e sorgono le Chiese di Santa Maria in Strada, Santa Maria del Carrobiolo e San Maurizio.  

L'arengario

A partire dalla prima metà del Trecento, sotto il dominio dei Visconti e, in seguito, degli Sforza, Monza continuò a crescere sia sotto il profilo culturale, sia sotto il profilo artistico: venne realizzato un ciclo pittorico dedicato a Teodolinda affrescato nell'omonima cappella del Duomo realizzata dagli Zavattari e venne aggiunta la parlera a loggetta nella facciata sud dell'Arengario.

A partire dalla prima metà del Cinquecento, Monza, come il resto d'Italia, subì la dominazione spagnola e divenne di proprietà dello spagnolo Antonio de Leyva e dei suoi discendenti (cui apparteneva la celebre Monaca di Monza di manzoniana memoria). Questo periodo, considerato d'oro dagli spagnoli, si tradusse per Monza in una grave pestilenza che decimò la popolazione ma, non fermò la frenetica attività artistica della città: furono costruiti il campanile del Duomo ed il battistero progettati da Tibaldi e furono edificate numerose ville di campagna. 

Il fiume Lambro venne utilizzato per i primi insediamenti industriali: le pale dei mulini azionate dall'acqua favorirono il sorgere di lanifici e setifici che, comunque, persero il primato di produzione che avevano goduto per oltre due secoli e, al loro posto, si sviluppò l'industria del cappello.

Gli spagnoli tennero Monza sino al 1648, cedendola poi per 30.000 ducati d'oro al banchiere milanese Giovan Battista Durini, che inaugurò un periodo di rinascita economica e culturale, vennero infatti intraprese numerose opere di architettura civile ed ecclesiale: l'oratorio di San Gregorio, la villa Prata in via Lecco, la villa Mirabello, il Ponte delle Grazie Vecchie.

L'avvento degli austriaci (nel 1706) portò al culmine il periodo di rinascita di Monza, si svilupparono artigianato e agricoltura e fiorirono le prime ville monzesi: Villa Brambilla, Villa Pertusati, Villa Rampini, Villa Uboldi, Villa Boschetto, Villa Crivelli-Mesmer, Villa Archinto Pennati, Villa Melzi, Recalcati e Villa Mirabellino.

La Villa Reale, splendido esempio di architettura neoclassica, fu costruita nel 1777 per volere di Maria Teresa d'Austria, la quale volle regalare al figlio Ferdinando d'Asburgo Lorena e a sua moglie Maria Beatrice Ricciarda d'Este una residenza estiva paragonabile alla reggia di Versailles. La Villa, situata all'interno del Parco di Monza, custodisce gli splendidi appartamenti, la Cappella Reale, il Teatrino, la Rotonda affrescata da Andrea Appiani, il Serrone e una scuola d'arte. In questo periodo vennero costruite numerose filande ed opifici per la lavorazione del baco da seta: l'attività tessile trova il suo massimo sviluppo che durerà sino agli inizi del 1800.
 
Il 26 maggio 1805, nel Duomo di Milano, Napoleone Bonaparte venne incoronato Re d'Italia con la Corona Ferrea; è in questo periodo che, su iniziativa del viceré d'Italia, Eugenio de Beauharnais nacque il “grande Parco Reale” con un'estensione di 800 ettari. Nel 1816 Monza viene dichiarata ufficialmente "città" e vennero costruite grandi opere: la ferrovia Milano-Monza (nel 1841, la prima costruita nel nord Italia); numerose strade in direzione della Svizzera e, nel 1842, venne costruito il Ponte dei Leoni a sostituzione del romano Ponte di Arena.


Interno dell'arengario

Sempre in questo periodo nasce la prima Camera del Lavoro d'Italia e re Umberto I, salito alla reggenza nel 1878, sceglie Monza come residenza estiva e di campagna, alloggiando nella Villa Reale. La stagione di Monza come residenza dei reali terminò il 19 luglio 1900 quando il re Umberto I venne ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci; in suo onore venne edificata la Cappella Espiatoria, progettata dagli architetti Sacconi e Cirilli.
Nel 1922, all'interno del Parco, venne costruito il celebre Autodromo che porterà il nome di Monza nel mondo.

Durante il ventennio fascista l'assetto urbano del centro di Monza venne modificato: al posto della vasta piazza del Mercato venne costruito il Palazzo Municipale e, negli anni '50/'60, importanti architetti come Giò Ponti, Griffini e Montagni, Mangiarotti, Faglia, Terzaghi e Magnaghi costruirono un intero quartiere per l'INA Casa.

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