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Isole Egadi: Favignana, Cala rossa – (ph Antonio Noto) (Archivio fotografico dell’Azienda Provinciale Turismo di Trapani) Nel trapanese tra isole e coralli
Le isole Egadi. Favignana, Levanzo e Marettimo, sono lì, di fronte al porto di Trapani, vicine, a portata di mano. Si scorgono tra Trapani, dalle saline di Nubia, da Mozia, da Marsala, dalla sommità di Erice, dalla costa di Trapani...
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Vi si arriva in pochi minuti, eppure, non appena giunti alle Egadi si è lontani da tutto, immersi in un ambiente ancora incontaminato e di rara bellezza.

Favignana, dominata dal Monte di S. Caterina, dove ogni anno a Maggio si ripete il rito antico della pesca del tonno, accoglie il visitatore con la regalità della Tonnara Florio, esempio imponente di archeologia industriale, ma anche con l'eleganza e la leggerezza tipica dello stile liberty del Palazzo Florio; lo affascina con la limpidezza del suo mare ricco di storia ove si combatté la battaglia navale delle Egadi nel 241 a.C tra Romani e Cartaginesi; lo cattura con il silenzio delle sue cale: Cala Rossa, Cala Azzurra, Grotta Perciata, Cala Rotonda; lo stupisce con i colori della sua campagna.  L'estrazione e l'utilizzazione del tufo, pietra arenaria di Favignana, hanno deciso il colore di molte città vicine e scritto una pagina importante dell'economica dell'isola.

Di fronte alla costa settentrionale di Favignana affiora l'isola di Levanzo, dai fondali ricchi di   testimonianze archeologiche, la cui antichissima origine si scopre visitando la Grotta del Genovese ed osservando le pitture neolitiche di 5.000 anni fa. A chiudere il triangolo incantato delle Egadi, Marettimo, la più lontana e la più selvaggia, con le sue splendide grotte, i sentieri di montagna, piccola isola che offre al visitatore l'occasione di ritrovarsi in perfetta simbiosi con la natura.
 Nel tratto di mare tra Levanzo e Trapani ancora un isola, Formica, sulla quale fu costruita dai Florio un'altra tonnara, oggi restaurata.

Preziosa tra le coste siciliane e africane, è Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo.
Furono i Fenici, e successivamente i Cartaginesi, a comprendere l'importanza strategica dell'isola, seguiti da Arabi, Vandali, Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi, Genovesi, Spagnoli e Borboni.
Testimonianza unica delle antiche civiltà mediterranee è quella dei Sesi, sepolcri neolitici di 5.000 anni fa.
“Cossyra” per i Romani, “Bent el Rion” ossia “figlia del vento” per gli arabi, l'odierno paese Pantelleria è posto all'interno di una piccola baia. Architettura caratterizzante è quella dei dammusi (dal latino “domus”), abitazioni diffusissime sull'isola, costruite in pietra a secco, dai muri spessi, con i tetti dalle caratteristiche cupole per la raccolta delle acque piovane che, attraverso opportune canalizzazioni, si immettono in cisterne sotterranee. 

Famosa per la produzione dello zibibbo, del cappero e del vino moscato, l'isola è un centro turistico dalle grandi attrattive, con le sue splendide scogliere laviche e il mare limpido, lo Specchio di Venere, lago di origine vulcanica, le numerose sorgenti naturali delle stufe e dei bagni asciutti dentro le grotte e le sue contrade dai nomi di origine araba: Khamma, Gadir e Sibà. Isola ricca di contrasti, isola dai forti colori, dal blu intenso del mare, dal nero delle rocce, dal bianco dei vigneti, isola percossa da venti violenti, isola dal paesaggio dolce e sensuale, isola...che conquista.

 


I testi e le immagini sono pubblicati per gentile concessione dell' A.P.T. di Trapani

 

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