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La campagna

L'etimologia del nome della città
E' normalmente accettato il fatto che il nome "Milano" derivi dal latino "Mediolanum", ma sulla vera origine del nome latino vi sono diverse ipotesi: secondo l'interpretazione più diffusa deve essere attribuita alla parola celtica "Midland" che significa terra di mezzo, ma potrebbe anche derivare dai due termini gaelici "met" e  "leun" cioè "in mezzo alla pianura"; esistono altre interpretazioni, meno scientifiche e più bizzarre: una lega il nome a un antico bassorilievo rappresentante una "scrofa mediolanuta" con il dorso ricoperto di lana raffigurato su di una colonna nel Palazzo della Ragione in via Mercanti.


Semaforo I "ghisa" milanesi
I ghisa a Milano sono gli agenti della Polizia Municipale, cioè i vigili urbani.
Dalle ricerche fatte almeno tre sono le diverse etimologie proposte dagli studiosi del dialetto milanese:  dalla forma del cappello della prima uniforme (che ricorda il tubo di una stufa); dal colore del cappello della prima uniforme (che ricorda quello delle stufe in ghisa);  dal materiale del cappello della prima uniforme (che sarebbe stato proprio in ghisa).
Ma secondo il recente "Dizionario della Lingua italiana" di Sabatini e Coletti, questa voce milanese è stata forgiata con allusione alla forma particolare del cappello che può ricordare un tubo di ghisa.


Il traffico milanese

Traffico "storico"
Le prime notizie di ingorghi e problemi legati al traffico nella città di Milano risalgono addirittura al terzo secolo, quando l'Imperatore romano d'Occidente, Massimiano, scelse la città come luogo di residenza provocando una brusca accelerazione nella crescita di Mediolanum, quanto a importanza strategica e commerciale.


 




Il duomo di Milano

La Fabbrica del Duomo
La costruzione di quello che è oggi il Duomo di Milano fu iniziata nel 1386 da Gian Galeazzo Visconti e terminata in epoca napoleonica. Il progetto della costruzione nei secoli subì innumerevoli variazioni e le fasi di costruzione coinvolsero parte della città: i marmi destinati alla costruzione partivano dal Lago Maggiore e lungo i navigli attraversano la città e venivano trasportati al cantiere. Nel linguaggio popolare la fabbrica del duomo indica un lavoro destinato a subire infinite modifiche e a non terminare mai.


La nebbia di MilanoLa nebbia
La nebbia è un fenomeno atmosferico prodotto dalla concentrazione dell'umidità dell'aria nella fascia dell'atmosfera più vicina al suolo, ma per chi si trova a viaggiare in inverno nel centro-nord della penisola la nebbia è un nemico da combattere.
A Milano la nebbia, nonostante i luoghi comuni duri a morire, è un fenomeno in progressiva diminuzione e la sua scomparsa è dovuta purtroppo alla crescente urbanizzazione e quindi all'aumento della temperatura e dell'inquinamento all'interno della città. Dalla fine degli anni cinquanta è sempre più raro incappare in una nebbia tale da non trovare il portone di casa; per trovarla bisogna ormai spostarsi nell'estrema periferia o nell'interland milanese o meglio ancora sulle congestionatissime tangenziali.



Detti e modi di dire milanesiA Milano si dice ...
- Va a cà a petanatt (vai a casa a pettinarti) cioè vai a fare quello che vuoi, basta che ti togli di mezzo!
- Va a Bagg a sunà l'orghen (vai a Baggio a suonare l'organo): nella vecchia chiesa di Baggio l'organo è solo dipinto sul muro .. il senso è quello del detto precedente!
- Mort impruvisa (morte improvvisa) detto di chi ha il viso stravolto .....
- Quand pioeuvv, gotta i tecc (quando piove gocciolano i tetti) rivolto a chi dice banalità e cose ovvie
- A ufo (gratis) deriva dalla scritta riportata dai blocchi di marmo che arrivavano in città per la costruzione del Duomo (A.U.F. - Ad Usum Fabbricae) che esentava il trasporto da tasse e balzelli.
- Tri donn e un coo d'ai, el mercà l'è belle che fai! (tre donne ed una testa d'aglio ed ecco fatto il mercato): detto sulla loquacità delle donne ...
- Mej un ratt in buca al gatt che un cristian in man a un aucat (meglio un topo in bocca ad un gatto che un uomo in mano ad un avvocato)
- Chi spera in dal lot, sa l’è vistì, al va a cà biot (chi confida nelle vincite al lotto, se è vestito torna a casa nudo):
mette in guardia sui pericoli del gioco d'azzardo
- Scuà il mar cunt la furcheta (scopare il mare con la forchetta) fare qualcosa di inutile ed impossibile
- l'ha pitturaa el ciel de l'Arèna (ha dipinto il soffitto dell'Arena): l'Arena, grande anfiteatro costruito nell'epoca napoleonica dall'architetto Canonica, non ha soffitto; si dice a chi si vanta di grandi imprese
- Al ta da gnanca la pell d'un pioeuc (non ti regala neanche la pelle di un pidocchio) .... dicesi di persona molto avara!
- Hin parent per part de la zuca ne l'ort (sono parenti per parte della zucca dell'orto) .... non hanno legami di perentela
- Svelt cum'è un gat da marmo (veloce come un gatto di marmo): si dice di chi non è fisicamente agile o veloce di comprendonio

La fiera di Milano La Fiera di Milano
La "Fiera Internazionale di Milano" per il Milanesi è solo e semplicemente "la Fiera". Addirittura verso la fine del secolo scorso cominciarono le prime esposizioni di livello internazionale, in luoghi diversi da quelli attuali e crescendo via via di interesse. Fu solo nel 1920 che l'allora "Fiera Campionaria" si trasferì nell'attuale area espositiva, che andò sempre più ampliandosi, subendo poi gravissimi danni con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Verso la fine degli anni ottanta la Fiera Campionaria ha cominciato a perdere la sua completezza e la sua organicità, scemndo quindi di valore. Finalmente è stata sostituita da innumerevoli fiere di settore che in alcuni casi sono appuntamenti di rilievo europeo od internazionale.

A fine marzo del 2004 sono entrati in funzione i primi padiglioni del nuovo complesso - che assume il nome “Fiera Milano” - a Rho, alle porte della città. Il resto del quartiere è divenuto operativo nell’autunno 2005. Questo polo espositivo ospital a maggior parte delle esposizioni milanesi ed in particolare quelle tecniche di maggiori dimensioni e dalla logistica molto complessa.

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