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Pietro Geranzani, Anteguerra - wo alles zu Ende ist, 2024/2025, Olio su tela, cm 170x250 Pietro Geranzani "Anteguerra"
Dal 26 giugno al 31 agosto a Palazzo Citterio Milano la mostra Pietro Geranzani Anteguerra. Un grande trittico che denuncia la guerra e i suoi orrori con 20 disegni preparatori e il testo biblico del Qoelet.

Continua il progetto di Palazzo Citterio di ospitare le voci più interessanti dell'arte italiana. Dal 26 giugno al 31 agosto 2025, il secondo piano del Palazzo di via Brera a Milano accoglie "Anteguerra", un grande trittico di Pietro Geranzani (1964) che denuncia la guerra e i suoi orrori, vista da una delle più interessanti personalità dell'attuale panorama artistico italiano.

Un titolo evocativo per tempi inquieti

Il titolo "Anteguerra", ampiamente evocativo, richiama quel sentimento di improvviso allarme e di estrema attenzione verso un avvenimento che potrebbe accadere. Un'allerta che risulta molto attuale, alla luce dei recenti episodi bellici che stanno preoccupando la comunità internazionale.

Come scrive Angelo Crespi, Direttore Generale Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio, Biblioteca Nazionale Braidense e curatore della mostra: "L'aspetto formale del trittico Anteguerra rimanda però nella composizione alla grande stagione prerinascimentale quando Beato Angelico provava la prima visione prospettica nella parte centrale del suo 'Giudizio Universale', raffigurando i sepolcri aperti, e a lato immaginava un inferno degno degli incubi di Hieronymus Bosch con un satana antropofago nella parte più bassa".

La guerra senza moralismi didascalici

È proprio la guerra, descritta senza intenti moralistici o didascalici, a essere il fulcro del lavoro di Pietro Geranzani. Ciascun dipinto che compone il trittico ne dà una visione particolare e alternativa. Se da un lato, sono i corpi lacerati e mutilati dei soldati, attorniati da militari in uniforme, a essere il punto focale dell'impianto figurativo, dall'altro si trova una fossa comune colma di corpi nudi in attesa di una sepoltura.

Il tutto è trattato dall'artista con la sua tipica cifra espressiva, che non dimentica e cura la lezione figurativa dei grandi maestri del passato ma la attualizza attraverso un gusto espressionista che ben interpreta la drammaticità della scena.

Il pannello centrale: simbolo del vuoto

Al centro del trittico, come sintesi delle due scene laterali, si trova un enorme cratere, simbolo del vuoto, immerso in un paesaggio solitario, al limite dell'inquietudine, scevro di presenze umane, e illuminato da un cielo rossastro nel quale si staglia, in lontananza, un sole enigmatico. Questo sole forse sta sorgendo in segno di speranza di una nuova era, oppure sta tramontando sulle ceneri dell'umanità.

"La visione dell'anteguerra di Geranzani", prosegue Angelo Crespi, "ci riporta ad archetipi sedimentati nel nostro profondo, i corpi frantumati, il sangue, gli scheletri, e al centro quel vuoto assoluto, la terra che si fa concava e tremenda, e basso il sole all'orizzonte, un paesaggio che ricorda Kaspar Friedrich, con il cielo infuocato alla Thomas Cole".

I disegni preparatori e il testo del Qoelet

La rassegna si completa con una serie di 20 disegni preparatori che permettono di seguire il processo creativo dell'artista e di comprendere l'evoluzione dell'opera dal primo bozzetto alla realizzazione finale. Questi studi offrono uno sguardo privilegiato sul metodo di lavoro di Geranzani e sulla genesi di questo potente trittico.

Elemento particolare dell'allestimento è l'esposizione del testo biblico del libro del Qoelet, nella traduzione di Davide Brullo. Questa scelta curatoriale crea un dialogo tra l'arte contemporanea e la tradizione biblica, arricchendo la riflessione sui temi universali della guerra, della distruzione e della possibile rinascita.

Pietro Geranzani: un percorso artistico internazionale

Nato a Londra nel 1964, cresciuto tra la Germania e la Svizzera, Pietro Geranzani vive e lavora oggi a Milano. Ha studiato all'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova diretta da Gianfranco Bruno, formandosi in un ambiente che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.

Dedito da sempre al disegno e alla pittura, dalle influenze neoespressioniste degli esordi negli anni ottanta, oggi predilige una pittura simbolista. Dai primi anni Duemila inizia la sperimentazione nel campo della videoarte, realizzando cortometraggi e mediometraggi che ampliano il suo linguaggio espressivo.

Un percorso espositivo di prestigio

Il curriculum espositivo di Geranzani testimonia il riconoscimento della sua ricerca artistica. Nel 2003 è stato invitato a esporre nella mostra "Fuori contesto. Viaggio intorno all'opera" alla Galleria d'Arte Moderna di Genova e, nel 2005, nella rassegna "Il Male - Esercizi di Pittura Crudele", curata da Vittorio Sgarbi, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.

Del 2009 è la personale "Ombre Ammonitrici" al Palazzo Ducale di Genova. Nel 2011 partecipa alla 54^ Biennale d'arte di Venezia, consolidando la sua presenza nel panorama artistico internazionale.

Le collezioni permanenti

Le opere di Pietro Geranzani sono conservate in permanenza nelle collezioni di importanti istituzioni museali: il MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria d'Arte Moderna di Genova e il Museo di Villa Croce a Genova. Questa presenza nelle collezioni pubbliche testimonia il valore e l'importanza del suo lavoro nel panorama dell'arte italiana contemporanea.

La cifra espressiva dell'artista

Il lavoro di Geranzani si caratterizza per la capacità di coniugare la lezione dei grandi maestri del passato con una sensibilità contemporanea. Il suo linguaggio espressionista non è mai fine a se stesso, ma serve a veicolare contenuti profondi e universali, come dimostrano le opere della mostra "Anteguerra".

La sua pittura simbolista riesce a toccare corde profonde dell'esperienza umana, affrontando temi come la violenza, la morte, la distruzione, ma anche la possibile redenzione e rinascita.

Il progetto di Palazzo Citterio

La mostra di Pietro Geranzani si inserisce nel più ampio progetto di Palazzo Citterio di dare voce alle personalità più interessanti dell'arte italiana contemporanea. Questo impegno conferma il ruolo di Palazzo Citterio come spazio dedicato alla promozione e alla valorizzazione della ricerca artistica nazionale.

Una riflessione sui tempi attuali

"Anteguerra" non è solo una mostra d'arte, ma una riflessione profonda sui tempi che viviamo. In un momento storico caratterizzato da conflitti e tensioni internazionali, l'opera di Geranzani assume un valore particolare, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura umana e sui meccanismi che portano alla distruzione.

Il trittico non offre risposte facili, ma pone domande essenziali sul destino dell'umanità e sulla possibilità di trovare una via d'uscita dalla spirale della violenza.

Un allestimento pensato per l'opera

L'allestimento al secondo piano di Palazzo Citterio è stato pensato per valorizzare al meglio la potenza espressiva del trittico e dei disegni preparatori. Lo spazio espositivo permette una fruizione intima e raccolta, favorendo la contemplazione e la riflessione che queste opere richiedono.

Pietro Geranzani, Anteguerra - wo alles zu Ende ist, 2024/2025

Informazioni pratiche

Titolo: Pietro Geranzani. Anteguerra

Dove: Palazzo Citterio, via Brera 14, Milano

Quando: Dal 26 giugno al 31 agosto 2025

Orari: Da giovedì a domenica, 14:00-19:00

Biglietti:

  • Intero: €12,00
  • Ridotto: €8,00 (valido solo per Palazzo Citterio)

Curatela: Angelo Crespi

Opere esposte:

  • Grande trittico "Anteguerra"
  • 20 disegni preparatori
  • Testo biblico del libro del Qoelet (traduzione di Davide Brullo)

Caratteristiche: Riflessione sulla guerra attraverso pittura simbolista ed espressionista

La mostra "Anteguerra" rappresenta un'occasione importante per confrontarsi con una delle voci più mature e consapevoli dell'arte italiana contemporanea, in grado di affrontare i grandi temi universali con la forza espressiva che solo l'arte autentica sa possedere.

Pietro Geranzani, Anteguerra - wo alles zu Ende ist, 2024/2025, Olio su tela, cm 170x250
 
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