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Cecily Brown | |
17 ottobre 2014 | 1 febbraio 2015 GAM Torino presenta una delle artiste più celebrate al mondo, Cecily Brown, le sue opere hanno raggiunto negli ultimi anni quotazioni straordinarie e fanno parte delle collezioni più importanti del mondo. |
Una delle artiste più celebrate al mondo, nata e cresciuta a Londra a stretto contatto con lo straordinario ambiente artistico britannico da Francis Bacon a Lucian Freud, Cecily Brown si è poi trasferita negli Stati Uniti, dove oggi vive e lavora. Osannata da alcuni dei protagonisti del mondo della cultura, della musica, della moda, le sue opere hanno raggiunto negli ultimi anni quotazioni straordinarie e fanno parte delle collezioni più importanti del mondo. L’eccezionalità dell’appuntamento di Torino, prima grande esposizione in un’istituzione italiana con circa 50 opere, dopo una più piccola anticipazione del 2003 presso Macro Roma, sempre a cura di Danilo Eccher, permetterà al pubblico l’accesso privilegiato e diretto a opere provenienti dallo studio dell’artista e da alcune delle più ricche raccolte d’arte private americane ed europee La mostra di GAM, prevista negli spazi di Underground Project, racconta e approfondisce la ricerca artistica di Cecily Brown (Londra 1969) in modo ampio e completo grazie a uno straordinario corpus di opere: 18 dipinti di grandi dimensioni, 24 opere su carta tra matita e inchiostro, gouache e acquerello oltre a 7 monotipi. Cecily Brown rappresenta, tramite un segno che si fa forte di materia nella pittura, libero e irrequieto nelle opere su carta, la sua realtà: individuale, mutevole, a tratti sofferente ad altri tratti gioiosa, aggressiva e dolce. Un universo eccitante quanto doloroso. L’immaginario è ricco e complesso, mostra riferimenti alla tradizione artistica da El Greco a Velázquez così come alla letteratura, alla musica, alla cultura contemporanea, spaziando dai libri illustrati per bambini a iconografie dal contenuto erotico. Cecily Brown guarda alla realtà del mondo in relazione alla presenza umana, vaga alla ricerca di una verità non assoluta ed estranea bensì contingente e caduca, una verità contaminata e corrosa dall’esperienza individuale che risulta essere la chiave interpretativa di tutta la narrazione. Si comprende così l’uso di un linguaggio densamente materico e cromaticamente intenso che allude a una realtà che non può essere contemplata distaccatamente ma vissuta intensamente, sprofondando nelle sue viscere, sporcandosi con i suoi escrementi, nutrendosi del suo sangue, avvolgendosi nel calore della sua carne. D.E. I dipinti: una selezione di capolavori di grandi e grandissime dimensioni (fino ai 5 metri circa) emozionano raccontando l’intero arco della produzione dell’artista. Sarà possibile osservare le diverse influenze storico‐artistiche che si ravvisano nell’opera di Cecily Brown, la cui ricerca è difficilmente ascrivibile a uno stile preciso ma in cui coesistono elementi figurativi e astratti. La sua pittura sprigiona, anche grazie alla marcata matericità, una forza energetica. Il segno pittorico si espande in un movimento che include tratti propri della performance e della body art: la mano dell’artista impugna all’estremità pennelli dai manici lunghi che imprimono la fisicità del gesto nelle opere. Le opere su carta rappresentano una parte importante del lavoro di Cecily Brown, non prove o bozzetti, ma opere indipendenti che permettono di approfondire il processo artistico. Diverse le tecniche utilizzate: dalla matita agli acquerelli, dall’inchiostro alla gouache, in mostra anche 7 monotipi. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, in due edizioni, rispettivamente italiano e inglese, con testi critici di Danilo Eccher e di Alessandro Rabottini, realizzato grazie alla collaborazione con Silvana Editoriale. Le opere di Cecily Brown sono parte delle collezioni di prestigiosi musei internazionali tra cui Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Tate Gallery, London. Tra le più importanti mostre personali vi sono: Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, (2002); MACRO, Roma (2003); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2004); Museum of Modern Art, Oxford (2005); Kunsthalle Mannheim (2005–06); Museum of Fine Arts, Boston (2006–07); Deichtorhallen, Hamburg (2009); Kestner Gesellschaft, Hannover e GEM, Museum of Contemporary Art, The Hague (2010); Essl Museum, Klosterneuburg, Austria (2012). Quando dipingo e quando guardo un dipinto vorrei uscire dalla mia testa ed essere trasportata. Voglio che il lavoro vibri. Voglio che il dipinto crei una situazione imprevedibile in cui una sensazione conduce a un’altra, così che contemplarlo diventi un’esperienza complessa e stratificata. Trovo liberatoria l’assenza di un significato prefissato. C.B. La mostra è stata resa possibile grazie al generoso supporto di Gagosian Gallery 17 ottobre 2014 | 1 febbraio 2015 GAM |
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