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John Currin Paintings | |
John Currin, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, sarà protagonista di un grande evento al Museo Stefano Bardini di Firenze. Si tratta della prima mostra personale di Currin in uno spazio pubblico italiano, dal 13 giugno al 2 ottobre 2016. |
John Currin, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, sarà protagonista di un grande evento al Museo Stefano Bardini di Firenze. Si tratta della prima mostra personale di Currin in uno spazio pubblico italiano. Pittore sofisticato per tecnica e cultura visiva, Currin è conosciuto e apprezzato per ritratti elegantissimi e scene anche lascive interpretate con un ironico, impudico realismo. Nei suoi dipinti, molte volte quadri di piccolo formato, Currin dissimula una conoscenza spiccata della storia dell’arte e un gusto assai sofisticato della composizione figurativa. Con ambientazioni mai banali e sottintesi sarcastici, e una scelta dei soggetti che ricordano per definizione formale anche la grafica di riviste patinate o pornografiche, l’artista statunitense ha saputo ridefinire la ritrattistica contemporanea. L’interpretazione dell’eros femminile, e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante. Ma la sua satira figurativa non è mai urlata, o plateale, mai caricaturale o di cattivo gusto. Le sue figure, vestite o atteggiate come comparse di romanzi rosa o come imperturbabili manichini di un centro moda, dallo spirito zelante anche nel caso di pratiche sessuali solitarie o di gruppo, svelano segni ed espressioni di inequivocabile alterazione psico-fisica. L’anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, l’espressione facciale, altera l’ideale rappresentazione del corpo o del volto femminile rinascimentale. In questo senso la sua pittura si situa nella scia di Pablo Picasso e di Willem de Kooning piuttosto che su quella di John Singer Sargent o di Edward Hopper. Una pittura di prima, ma sempre lussuriosa, o meglio una sorta di colta e raffinata “volgarizzazione” dell’arte figurativa classica, permette a Currin di esaltare la pittura stessa, e con essa definire una nuova forma di bellezza artistica che si avvantaggia in effetti di una inedita immaginazione o “maniera” figurativa. Quei corpi e quei volti, a volte resi perfino disdicevoli, appaiono belli in virtù della loro trasfigurazione pittorica, attraverso la ricercata volgarizzazione del codice classico. In alcuni dipinti donne e uomini fanno sesso come interpretando una scena porno, i suoi personaggi vivono il corpo e la sessualità in maniera esibizionistica e alterata. Sembrano recitare a soggetto in una scenografia allestita per un film o un selfie. In questo senso Currin ricerca e attiva qualcosa di paradossale: tra reale e fittizio, tra contemplazione e voyerismo, tra osceno e raffinato, tra verità fotografica e invenzione figurativa. Figure illanguidite o intorpidite, non per via di droghe o pratiche estreme, quanto piuttosto per fiacchezza morale sono il pretesto artistico per dipingere con deliberata onestà e studiata franchezza liberandosi di ogni nostalgia accademica e di ogni ideologica avversione verso la pittura figurativa. Mai sgradevole, mai disgustoso, e mai scontato, Currin affronta generi e stili diversi scegliendo e alternando temi e registri differenti come il ritratto, la natura morta, l’osceno e il triviale, il lirico e il sentimentale. La sua abilità si manifesta in ritratti eseguiti con pennellate veloci e sprezzanti come in Frans Hals e Édouard Manet in nature morte eseguite con la perizia calligrafica di un pittore olandese rinascimentale, in tappezzerie e mazzi di rose di una freschezza impressionistica. Ogni suo quadro è anche un omaggio simultaneo alla grande pittura europea e alle sue diverse stagioni: alla pittura rinascimentale (Botticelli e Cranach), a quella manierista (Dosso Dossi e Parmigianino), così come a Tiepolo e Fragonard, a Courbet e Monet, a Magritte e Otto Dix, all’illustrazione pornografica di Giulio Romano e a quella di Paul Emile Becat. La nudità viene ostentata, così come i genitali, che appaiono esibiti con minuziosa impudicizia, allo stesso modo di una capigliatura, di una stoffa, di un elemento di decoro o di arredo, di un servizio di porcellana, di una caraffa ricolma di acqua, di un tacchino o di un astice. Spesse volte le donne ritratte in accoppiamenti o conversazioni galanti, sorridono e digrignano, soffrono e godono nello stesso istante e modo.
Costo del biglietto: Euro 6,00; Riduzioni: Euro 4,50 |
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