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Anche le statue muoion Anche le statue muoiono - Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo
La mostra apre un dialogo tra reperti del passato e opere contemporanee sul tema della vulnerabilità, della conservazione, della distruzione e della sottrazione dei tesori dell’arte; dal 9 marzo al 9 settembre 2018.

Anche le statue muoionAnche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo è una mostra che apre un dialogo tra reperti del passato e opere contemporanee sul tema della vulnerabilità, della conservazione, della distruzione e della sottrazione dei tesori dell’arte.

Il progetto è l’esito della collaborazione fra la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Museo Egizio, i Musei Reali e il Centro Scavi dell’Università di Torino, le prestigiose istituzioni che dall’8 marzo ospiteranno nelle loro sedi una mostra pensata per offrire ai visitatori un itinerario nella città, nei suoi musei e nella Storia, da quella più remota all’attualità.

La mostra diffusa “Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo” nasce dalla comune riflessione di quattro istituzioni – Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali, Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino – e propone un dialogo tra opere d’arte e manufatti di epoche e contesti geografici diversi attorno al tema trasversale della distruzione e della perdita, e, quindi, in parallelo, della conservazione e protezione del Patrimonio.
Il progetto ha uno sguardo al presente, in particolare alla sistematica distruzione del Patrimonio storico-artistico che ha di recente interessato le aree di conflitto nel Vicino Oriente, principalmente Iraq e Siria: introduce però una diversa temporalità, legata alla storia e all’idea di trasmissione da un’epoca a un’altra di manufatti, opere, idee. La vicinanza fisica di oggetti antichi e opere d’arte contemporanea porta a riflettere su come le odierne pratiche di distruzione e saccheggio trovino antecedenti in altri contesti storici, geografici e ideologici.
Il percorso espositivo si focalizza sul ruolo del Museo che, a partire dal Ventesimo secolo, si è imposto come luogo di tutela e conservazione di un Patrimonio che appartiene, almeno in teoria, a tutta l’umanità. I musei si trovano tuttavia in una posizione liminale: è ineludibile, infatti, ripensare al loro ruolo sia come “predatori” di patrimoni altrui, sia come luoghi di conservazione e protezione di reperti che altrimenti sarebbero soggetti alla distruzione e all’oblio. Come istituzioni nate in Europa in un periodo strettamente connesso alle vicende coloniali, richiamano infatti la necessità di un’analisi che tenga conto di responsabilità passate e presenti dell’Occidente nei confronti del patrimonio artistico in particolare del Medio Oriente. Il recupero della dimensione biografica dell’oggetto intende mostrare al pubblico non solo una storia ma le molte storie di cui è stato protagonista: dal momento della sua creazione, a quello dell’abbandono, dal ritrovamento alla musealizzazione.
La mostra è inserita nel calendario italiano dell’Anno Europeo del Patrimonio 2018: partecipare a questa iniziativa rafforza l’intenzione delle istituzioni che hanno promosso questo progetto espositivo di richiamare l’attenzione sulla protezione del patrimonio, non già per ricostruire quanto è andato distrutto ma per ribadire la consapevolezza che i beni culturali sono da conoscere e proteggere.
La mostra è a cura di Irene Calderoni, Stefano De Martino, Paolo Del Vesco, Christian Greco, Carlo Lippolis, Enrica Pagella, Elisa Panero, Gabriella Pantò.


Costo del biglietto: 15,00 €
Prenotazione:Facoltativa; Telefono prenotazioni: +39 011 4406903
Luogo: Torino, Museo egizio di Torino
Indirizzo: Via Accademia delle Scienze, 6 10100 - Torino (TO)
Orario: Lunedì: 9.00-14.00; martedì-domenica: 9.00-18.30;ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Telefono: +39 011 5211106
E-mail: info@museoegizio.it

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