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L'Annunciazione della chiesa di S. Nicola di Summonte | |
Una pudica Vergine Maria e un compunto Arcangelo Michele sono gli attori dell’Annunciazione della chiesa di San Nicola di Summonte, un raffinato dipinto su tavola ambientato all’interno di una casa gentilizia. |
Una pudica Vergine Maria e un compunto Arcangelo Michele sono gli attori dell’Annunciazione della chiesa di San Nicola di Summonte, un raffinato dipinto su tavola ambientato all’interno di una casa gentilizia, uno spazio costruito su piani larghi e squadrati, prospetticamente delineati, che pur rimandando ai canoni del disegno architettonico di età rinascimentale, resta in fondo uno spazio poetico, sacro, per la presenza del fondo oro, vagamente irreale. Il dipinto pervaso da un luminoso plasticismo, da un fulgido cromatismo ed una preziosa eleganza è un raffinato esempio di produzione artistica rinascimentale, di ambito culturale napoletano, datato nella zona superiore sinistra, sul fondo oro, 1513. Il tratto sicuro ed incisivo, così come la limpidezza della materia pittorica e la finezza del segno, fanno ipotizzare la mano di un pittore di notevole livello artistico, immesso nel ciclo produttivo in un periodo di profonde trasformazioni artistiche, partecipe alla temperie culturale dell’età rinascimentale, completamente padrone della tecnica del dipinto a tempera su tavola, anche se attardato su motivi maggiormente documentati nella seconda metà del XV secolo. Due personaggi animano la scena: l’arcangelo Michele, con le lunghe ali e le piume dai luminosi colori cangianti che ricordano le figure celesti del Beato Angelico, è abbigliato come un gentiluomo di corte, con vesti e mantello nelle decise tonalità verde e rosso sottolineate da compositi panneggi in una profusione di pesanti velluti e sete bordati di passamanerie dorate; la Vergine è una nobile dama rivestita di preziose vesti, la testa ricoperta per pudicizia da un velo grigio argenteo, il mantello giallo ocra in serico broccato impreziosito da motivi a melograno e pigna di retaggio orientale, mediati nel medioevo per la valenza simbolica cristiana nelle decorazioni artistiche siciliane, presenti nei dipinti di influenza catalana e ripresi anche nella produzione di tessuti dell’area senese del XV secolo. Il gesto dell’Arcangelo nel porgere il giglio alla Vergine annunciandole di essere la prescelta per dare alla luce il Figlio di Dio, esprime il mistero dell’evento divino con grande grazia ed eleganza. L’anonimo artista imprime una profonda delicatezza pittorica nel tratteggiare il volto e le diafane mani della Vergine, quasi incredula e timorosa nell'ascoltare le parole di Gabriele. Nel 2008 Raffaella Spirito, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza, ha eseguito con molta perizia il restauro conservativo ed estetico della tavola, restituendola come tesoro da conservare per le future generazioni alla comunità di appartenenza.
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