Arte Attualita' ed eventi Cultura Moda Musica Rassegne, fiere e sagre
L’incoronazione di Poppea L’incoronazione di Poppea
L'opera, in scena dal 1° febbraio conclude il trittico dedicato a Claudio Monteverdi realizzato dal Teatro alla Scala di Milano, affidato a Rinaldo Alessandrini per la direzione d’orchestra e a Robert Wilson per la regia.

L'incoronazione di Poppea alla Scala

Con L’incoronazione di Poppea Monteverdi e il suo librettista Gian Francesco Busenello presentano per la prima volta nella storia del teatro musicale accadimenti storici e non mitologici, attingendo ai resoconti di Tacito e mettendo in scena personaggi reali se pure con abbondanti licenze. Il racconto si dipana rapido tra sfrenate ambizioni, delitti e una sensualità che non conosce costanza o rimorso, ostentando un’indifferenza ai dettami della morale che desta stupore anche tenuto conto dei costumi della Venezia secentesca e delle correnti culturali libertine che animavano consessi quali l’Accademia degli Incogniti, di cui il Busenello faceva parte.

La produzione scaligera si avvale per la parte musicale dell’esperienza di Rinaldo Alessandrini, uno dei più prestigiosi musicisti italiani. Organista, clavicembalista, direttore d’orchestra e fondatore del Concerto Italiano, Alessandrini ha dato un contributo decisivo all’interpretazione della musica barocca in particolare italiana, restituendo alla prassi esecutiva storicamente informata gli elementi di cantabilità, fluidità e soprattutto attenzione all’articolazione della parola che restavano difficilmente accessibili a molti dei migliori complessi europei. Non a caso il Times di Londra lo ha definito “the man who has done so much to make Italian Baroque music sound Italian again”. Nel 2003 Rinaldo Alessandrini è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Artes et des Lettres dal Ministro francese della Cultura.

Il regista, scenografo e light designer Robert Wilson colloca la vicenda in una scena continuamente cangiante, in cui il contrarsi e l’allargarsi degli spazi segue la stringente concatenazione degli eventi. Il prologo si svolge in un atrium romano il cui muro è stato ricoperto dalle radici di un fico, allusione a una natura che insidia le costruzioni della civiltà (il riferimento è anche alle radici del fico che coprono il muro del tempio di Angkor, in Cambogia, delle quali si dice che destino l’amore in chi le tocca). Il muro torna, libero e intatto, nella casa di Poppea: ma all’infittirsi dell’intrico delle passioni corrisponderà il moltiplicarsi degli alberi che via via sostituiranno le colonne come nella Betsabea al bagno del Veronese. Il palazzo di Nerone è uno spazio aperto delimitato da colonne in cui l’irrequietezza dei sentimenti è rappresentata da un blocco di pietra incrinato. Si torna a spazi delimitati per la casa di Seneca, un atrio da cui s’intravede un albero le cui radici sono state strappate dal suolo. L’obelisco oggi sito in Piazza San Pietro (un tempo circo di Nerone) campeggia nella scena successiva, che si svolge in una strada romana. Vedremo poi anche un enorme capitello proveniente dal foro romano. Lo spettacolo si conclude in una stilizzazione astratta della Domus Aurea. Ammantando le scene in luci dai sovrannaturali colori pastello Wilson ci ricorda che L’incoronazione di Poppea è un racconto che attraversa gli istinti peggiori del’uomo ma si conclude con il trionfo di Amore.

Robert Wilson è tra le figure di maggior spicco del teatro e dell’arte contemporanea: il suo segno astratto ed elegante ma capace di straordinari affondi emotivi come di efficacia umoristica è parte essenziale della cultura visiva e teatrale degli ultimi decenni. Wilson ha debuttato al Piermarini nel 1979 con il balletto Edison su musiche di Michael Riesman; è tornato nel 1987 con la storica Salome di Richard Strauss diretta da Kent Nagano con Montserrat Caballé e quindi nel 1979 con il Doktor Faustus di Giacomo Manzoni diretto da Gary Bertini con i costumi di Gianni Versace.

L’opera

L’incoronazione di Poppea è titolo tra i più misteriosi e più interessanti della storia del melodramma. La prima opera che ha abbandonato i cieli della mitologia per scendere nel crogiuolo delle passioni di esseri umani realmente esistiti ci giunge in forma parziale, incompleta. “La coronatione di Poppea” andò in scena al Teatro dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia nel 1643 ma l’unico documento che ce ne resta è un sunto della trama. Il libretto di Gian Francesco Busenello, sorprendente per realismo, sensualità e disincanto, viene pubblicato nella raccolta Delle hore ociose nel 1656 ma senza l’indicazione del nome del compositore, che manca anche nelle due partiture manoscritte conservate a Venezia e a Napoli. Gli studiosi convergono ormai nel considerare antecedente il manoscritto veneziano che, attraverso diverse versioni intermedie oggi perdute e verosimilmente riferibili a riprese nella città lagunare realizzate nella cerchia di Francesco Cavalli (dalla cui Doriclea proviene la Sinfonia introduttiva) si arricchisce e si sviluppa fino a sfociare nell’edizione napoletana del 1651. Numerosi e diversi gli apporti musicali: oltre al citato Cavalli si fanno i nomi di Benedetto Ferrari, Francesco Sacrati e Filiberto Laurenzi, così che a Monteverdi non può essere attribuito più del 60% della partitura. Certamente non attribuibile a Monteverdi è il celebre duetto finale, il cui testo compariva già nel Pastor regio di Ferrari (1641) e sarebbe tornato nel Trionfo della fatica del Laurenzi (1647). Dopo decenni di studi e ricerche le versioni di Venezia e di Napoli restano non sovrapponibili, lasciando alla scelta degli esecutori la collazione dei numeri da eseguire. I casi più vistosi, come la scelta di una delle due sinfonie o l’inserimento o meno del coro degli Amori al termine (alla Scala si concluderà con il duetto), sono solo una piccola parte delle decisioni che il direttore deve assumere. Entrambe le partiture, inoltre, non indicano quali e quanti strumenti utilizzare e neppure da quali voci far interpretare i diversi personaggi.

Poppea alla Scala

A lungo dimenticata, L’incoronazione di Poppea torna alla vita nel 1905 grazie alla passione del compositore Vincent d’Indy, che organizza e dirige un’esecuzione in forma di concerto al Conservatorio di Parigi. La prima italiana moderna avviene nel 1917 al Liceo Musicale di Torino, ma va ricordata l’esecuzione in forma scenica del 1937 al Giardino di Boboli per la regia di Corrado Pavolini: dirige Gino Marinuzzi, cantano tra gli altri Gina Cigna, Magda Olivero e Tancredi Pasero.

Alla Scala la Poppea arriva nel 1953 nella revisione e strumentazione di Giorgio Federico Ghedini, con Carlo Maria Giulini a dirigere Carla Petrella come protagonista, Rolando Panerai come Ottone e Mario Petri come Seneca in uno spettacolo di Margherita Wallmann. L’edizione successiva, nel 1967 è diretta da Bruno Maderna e riprende la revisione di Giacomo Benvenuti già ascoltata a Boboli trent’anni prima. Un cast sontuosissimo formato da Grace Bumbry (Poppea), Giuseppe Di Stefano (Nerone, in alternanza con Renato Gavarini) e Leyla Gencer (Ottavia) anima un nuovo allestimento firmato dalla Wallmann. Nel 1978 Nikolaus Harnoncourt porta alla Scala la fortunata messa in scena di Jean-Pierre Ponnelle di cui esiste anche documentazione cinematografica. Harnoncourt cura personalmente la revisione, cantano Rachel Yakar (Poppea), Vincenzo Taramelli (Nerone), il controtenore Paul Esswood (Ottone) e Matti Salminen come Seneca. Anche Alberto Zedda nel 1994 è revisore e direttore d’orchestra. Le voci, tutte italiane, comprendono Anna Caterina Antonacci nel ruolo del titolo, William Matteuzzi come Nerone e Bernadette Manca di Nissa come Ottone.  

Direttore  RINALDO ALESSANDRINI

Regia, scene e luci  ROBERT WILSON

Collaboratore alla scenografia ANNICK LAVALLÉE-BENNY

Costumi  JACQUES REYNAUD

Lighting designer A.J. WEISSBARD

Drammaturgia ELLEN HAMMER

Orchestra del Teatro alla Scala

Basso continuo Concerto Italiano

Personaggi e interpreti

Nerone                                                                       Leonardo Cortellazzi

Poppea / La Fortuna                                                   Miah Persson

La virtù / Ottavia                                                         Monica Bacelli

Amore                                                                        Silvia Frigato

Ottone                                                                        Sara Mingardo

Lucano, 1° soldato, 2° famigliare, 2° console   Luca Dordolo

2° soldato, Liberto, 1° tribuno                         Furio Zanasi

Arnalta                                                                       Adriana Di Paola

Nutrice                                                                       Giuseppe De Vittorio

Seneca                                                                       Andrea Concetti

Valletto, 1° console                                                     Mirko Guadagnini

Drusilla                                                                       Maria Celeng

Mercurio, Littore, 3° famigliare, 2° tribuno                   Luigi De Donato

Damigella                                                                    Monica Piccinini

1° famigliare                                                                Andrea Arrivabene

Date:

domenica 1 febbraio 2015 ore 20 ~ turno E

mercoledì 4 febbraio 2015 ore 20 ~ turno A

sabato 7 febbraio 2015 ore 20 ~ turno N

martedì 10 febbraio 2015 ore 20 ~ turno B

venerdì 13 febbraio 2015 ore 20 ~ turno D

martedì 17 febbraio 2015 ore 20 ~ turno C

venerdì 20 febbraio 2015 ore 20 ~ turno G La Scala Under 30

venerdì 27 febbraio 2015 ore 20 ~ ScalAperta

 

Prezzi: da 180 a 11 euro

Prezzi ScalAperta: da 90 a 5,5 euro

 

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

L’incoronazione di Poppea
 
Regione
Provincia
Categoria
Reset
Zapping
Leonardo Baldini, da Rosso Fiorentino, Angelo musicante Divine Creature
Dal 5 marzo al 14 aprile 2024, è in programma Divine Creature, una mostra che affronta il tema della disabilità, usando il linguaggio dell’arte. Mostra a cura di Adamo Antonacci Fotografie di Leonardo Baldini
Giovanni Bellini (Venezia 1432 ca. - 1516), Compianto sul Cristo morto, 1473 -76, Olio su tavola, cm 107 x 84, Musei Vaticani Quattro artisti contemporanei in dialogo con un capolavoro
Dal 20 febbraio all’11 maggio 2024, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano accoglie il Compianto sul Cristo morto di Giovanni Bellini, uno dei vertici del maestro veneziano, conservato nei Musei Vaticani.
Federico Faruffini Suonatrice di liuto 1865 Ottocento Lombardo. Ribellione e conformismo, da Hayez a Segantini
Dal 13 aprile al 28 luglio 2024, l’Orangerie della Villa Reale di Monza ospita la mostra Ottocento Lombardo. Ribellione e conformismo, da Hayez a Segantini, curata da Simona Bartolena.
Incontro di Garibaldi e del suo Stato Maggiore con ufficiali inglesi e americani La Spedizione dei Mille
Dal 27 gennaio al 7 aprile 2024, il Museo di Santa Giulia di Brescia ospita la mostra dedicata a un significativo nucleo di opere di Giuseppe Nodari (1841-1898), patriota, artista, medico originario di Castiglione delle Stiviere (MN).
Cattedrale di Lecce Guida per conoscere il Salento
Il Salento, situato nel "tacco dello stivale" italiano, è una terra dal fascino ineguagliabile, dove spiagge meravigliose e arte barocca si fondono alle antiche tradizioni e a sapori antichi.
Brescia - Ponte di Legno - Sleddog La magia di Brescia
Se avesse il mare, Brescia potrebbe candidarsi al perfetto riassunto dell’Italia. E, a essere sinceri, vista la quantità e la qualità dell’acqua in grado di ispirare un autentico clima balneare, non è poi del tutto vero che il mare qui non ci sia.
Copyright © 2004-2024 Supero Ltd, Malta MT 2105-2906 Tutti i diritti riservati.